Quando si parla di Eduardo De Filippo, non si può fare a meno di ricordare la profondità umana e la straordinaria ironia con cui ha saputo raccontare la vita napoletana. Tra le sue innumerevoli scene memorabili, quella del caffè in *Questi fantasmi* resta una delle più iconiche e apprezzate, tanto da essere diventata un vero e proprio cult. La sua abilità nel narrare la quotidianità attraverso gesti semplici, ma densi di significato, trova in questa scena un esempio perfetto, a partire dalla magistrale spiegazione della preparazione del caffè, un rito che per i napoletani rappresenta molto più di una semplice bevanda.
In *Questi fantasmi*, Eduardo interpreta Pasquale Lojacono, un uomo semplice e pieno di speranza, che affronta la vita con una disarmante innocenza, anche di fronte a situazioni complesse. Nella celebre scena, Pasquale si affaccia al balcone e, mentre parla con un presunto interlocutore esterno, prepara il caffè con una dedizione quasi religiosa. Ed è proprio in questo momento che si svela tutta la poesia e l’umorismo della scena: il famoso “cuppetiello”, un piccolo cono di carta appoggiato sul beccuccio della caffettiera, diventa l’elemento che concentra il profumo del caffè, elevandolo a simbolo di una sapienza antica.
Eduardo, con la sua mimica impeccabile e la sua voce calda e rassicurante, spiega al pubblico come preparare il caffè con il “cuppetiello” come se fosse una vera e propria lezione. Il tono pedagogico, ma anche affettuoso, che utilizza nel descrivere il gesto – semplice ma essenziale – riesce a creare un’atmosfera quasi magica, in cui il tempo sembra sospendersi. Questa scena è un omaggio alla tradizione e al rito del caffè napoletano, che Eduardo, maestro dell’arte teatrale, celebra con una delicatezza che rimane impressa nella memoria collettiva.
Il “cuppetiello” non è solo un pezzo di carta; è un espediente simbolico che incarna la filosofia del “saper fare”, quel misto di inventiva, pazienza e amore per i dettagli che definisce l’anima partenopea. Attraverso la spiegazione minuziosa del rito del caffè, Eduardo non ci insegna solo come fare una buona tazza di caffè, ma ci parla di come affrontare la vita con la stessa attenzione, con una cura quasi sacra per i piccoli gesti quotidiani che spesso diamo per scontati.
Con quella scena, Eduardo De Filippo ha creato un momento di teatro che è diventato immortale, che continua a emozionare e divertire generazioni di spettatori. Ogni volta che si rivede la scena del “cuppetiello”, si ha la sensazione di essere invitati a condividere un momento intimo e universale, uno di quei piccoli riti quotidiani che ci ricordano la bellezza e la semplicità della vita. Perché, come ci insegna Eduardo, è nel profumo del caffè e nel gesto di prepararlo con amore che si può trovare una delle essenze più genuine dell’umanità.
Articolo pubblicato il giorno 31 Ottobre 2024 - 11:10 / di Cronache della Campania