La Stazione Garibaldi di Napoli è un crocevia importante, un punto di arrivo per chi visita la città e un nodo essenziale per i cittadini. Eppure, chi si trova a passeggiare in quest’area, che dovrebbe rappresentare un biglietto da visita per il turismo e un centro di passaggio sicuro per i napoletani, è spesso accolto da un panorama di disagio che non può essere ignorato.
Il Disagio Invisibile di Piazza Garibaldi: Una Riflessione su Napoli e l’Accoglienza dei Turisti
Simone Cicalone , noto Youtuber che da anni racconta il disagio delle grandi Città e delle periferie, ha voluto raccontare con questo video pubblicato 5 mesi il disagio che c’è ancora , sotto gli occhi di tutti, a Piazza Garibaldi .
Nonostante gli interventi l’area si mostra in tutta la sua complessità. Persone in difficoltà, senza dimora, o con evidenti problemi di salute mentale si trovano lì, spesso senza un’assistenza adeguata. Le forze dell’ordine e i servizi sociali sono presenti, ma la situazione sembra al di là delle loro possibilità, quasi come se questo disagio fosse ormai parte integrante del paesaggio urbano.
Per comprendere meglio questa realtà e riflettere su come si potrebbe agire, è intervenuto nel video anche Gennaro Panzuto, ex affiliato alla Camorra, ora impegnato in percorsi di riflessione e riscatto. Panzuto ci racconta di come per anni Piazza Garibaldi sia stata non solo un crocevia per i pendolari, ma anche un centro di interessi e traffici illeciti. La camorra aveva creato qui una sua rete di controllo, anche sulle persone vulnerabili, con l’obiettivo di inserirle nei propri giri e sfruttarle.
“Quando un turista arriva e vede questa situazione, non solo si porta via un’immagine distorta di Napoli, ma anche di tutta l’Italia,” afferma Panzuto. “Per chi arriva qui per la prima volta, è uno shock, un colpo alla fiducia nella città. Si pensa subito alla criminalità, si mette insieme disagio e pericolo. E così, il viaggio che doveva essere una scoperta culturale diventa un’esperienza di diffidenza.”
In un’area in cui l’accoglienza dovrebbe essere una priorità, il disagio è presente in modo così marcato che scoraggia i visitatori e, in molti casi, fa sentire insicuri anche i residenti. Panzuto riflette su quanto sarebbe importante che il Comune di Napoli, con il supporto di enti locali e organizzazioni no-profit, creasse un piano integrato di accoglienza e assistenza per le persone in difficoltà che vivono quest’area.
L’idea è quella di allestire spazi di ascolto, ambulatori mobili, e di offrire accesso a pasti e rifugi temporanei, supportati da operatori specializzati e da volontari. “La soluzione non è solo mandare via queste persone o sorvegliarle. Serve dare loro un’opportunità concreta per uscire dalla loro condizione,” sostiene Panzuto. “Aiutare queste persone significa anche aiutare Napoli a mostrarsi nella sua bellezza, non solo nelle sue fragilità.”
Napoli ha una storia di accoglienza e inclusione, ma oggi, più che mai, è necessario un impegno comune, un cambiamento che coinvolga istituzioni, cittadini e volontari. La stazione Garibaldi potrebbe diventare simbolo di un’accoglienza più dignitosa e organizzata, dove i turisti possano sentirsi i benvenuti e i napoletani possano ritrovare il senso di orgoglio e sicurezza.
Articolo pubblicato il giorno 1 Novembre 2024 - 13:31 / di Cronache della Campania