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Ercolano, 16enne picchia la mamma e il fratellino: finisce nel centro per minori

Un 16enne di Ercolano è stato arrestato per maltrattamenti familiari: ha, infatti, aggredito madre e fratellino di 10 anni per futili motivi. Secondo la ricostruzione delle forze dell'ordine, il 16enne avrebbe cominciato a litigare con il fratellino minore per motivi futili, legati alla convivenza sotto lo stesso tetto. Avrebbero prima discusso su cosa guardare alla televisione, poi su cosa mangiare per pranzo, fino al punto che il ragazzo, accecato dall'ira, avrebbe cominciato a prendere a pugni e schiaffi la madre e, in seguito, si sarebbe scagliato violentemente anche contro il fratellino piccolo, che piangeva spaventato. I militari hanno bloccato e arrestato il ragazzo, mentre i suoi familiari sono stati trasportati in ospedale e dimessi con sette giorni di prognosi per le lesioni riportate. Dalla denuncia della madre, è emerso che il ragazzino ha avuto tali atteggiamenti da circa due mesi. All'arrivo dei militari la donna è stata trovata in lacrime mentre si puliva le macchie di sangue dal gomito e il 16enne violento sulla porta che ancora inveiva contro di lei. Al 16enne sono state strette le manette ai polsi ed è stato portato al centro di prima accoglienza ai Colli Aminei, a Napoli.

Accoltellata mentre va a scuola per rubarle il cellulare

Una ragazzina di 17 anni, ucraina residente a San Gennaro Vesuviano, non ha consegnato il telefono ai ladri ed è stata accoltellata all'addome. Non è in pericolo di vita, infatti tra pochi giorni lascerà la struttura, ma ciò che le resterà, oltre la cicatrice sarà lo choc per questa brutta avventura. Tutto ciò è avvenuto lunedì intorno alle otto del mattino. Dopo l'aggressione, la ragazza è riuscita a chiedere aiuto ai suoi amici di classe, i quali l'hanno immediatamente accompagnata al pronto soccorso dell'Ospedale Martiri del Villa Malta di Sarno. Nella giornata di ieri, in ospedale sono arrivati anche i carabinieri della stazione di Sarno, che hanno raccolto la denuncia.
La ragazza ha raccontato dell'aggressione e dell'accoltellamento, cercando di fornire il maggior numero di particolari. Ha spiegato alle forze dell'ordine che il raid è avvenuto in pochi secondi ed in un luogo piuttosto isolato. I militari coordinati a Sarno dal maresciallo Antonio Vitale hanno già fatto un sopralluogo e nelle prossime ore analizzeranno i video delle telecamere di sorveglianza di San Gennaro Vesuviano. I carabinieri cercheranno di individuare anche possibili testimoni, qualcuno che seppure da lontano abbia assistito all'aggressione o almeno alla fuga del balordo. Le indagini, dunque, proseguono e, nelle prossime ore, potrebbero esserci sviluppi.
Stupisce, in particolare, il fatto che il rapinatore abbia agito in pieno giorno, alla luce del sole: non è escluso che si sia trattato di un balordo, che pur di accaparrarsi il telefonino non ha esitato ad usare il coltello, evitando di provocare una tragedia solo per una casualità.

Street food: un'Ape Car con forno a legna. L'ultima invenzione di Giovanni Kahn della Corte

Ape Car con forno a legna è l'ultima invenzione brevettata per lo street food. Un mezzo su tre ruote ideato dall'imprenditore napoletano Giovanni Kahn della Corte. Un progetto interessante che ha subito riscontrato il parere positivo del Ministero dello Sviluppo economico che ha riconosciuto l'invenzione industriale all'imprenditore, titolare del brand Johnny Take Ue'.
"Il Brevetto di Invenzione industriale è un riconoscimento importante - commenta Giovanni Kahn della Corte - che premia anni di ricerca e studio, nonché di investimenti continui in materia di Street food evoluto e in continuo aggiornamento". Johnny Take Ue' è nato nel 2012, quando Kahn Della Corte ebbe l'idea di collocare un forno a legna, in materiale refrattario e piano in biscotto di Sorrento, su di un Ape Car Piaggio. Un progetto innovativo ma nel rispetto della tradizione. La particolarità del mezzo sta nel fatto che le pizze vengono fatte al momento, davanti gli occhi dei clienti, utilizzando ingredienti freschi e genuini.
Il mezzo è dotato di una propria canna fumaria smontabile e con tavoli da lavoro a scomparsa, quindi senza supporti esterni. Una pianta di basilico, l'impasto a lenta lievitazione del maestro Aniello Buonocore e la particolarissima pizza con il pomodorino giallo sono le caratteristiche che fanno la differenza. Giovanni Kahn della Corte, laureato presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, con la tesi dal titolo "food and Beverage Management", è stato premiato dalla Camera di Commercio di Napoli nell'ambito di "Napoli eccellente". Il suo marchio Johnny Take Ue' è anche presente con Container Pizzeria nei McArthurGlen Outlet e nei dieci punti vendita "Pizzerie & Cucine d'Eccellenza". Tra le sue idee il "Napoli Strit food Festival" e beerEtta, bicicletta che con la pedalata consente l'erogazione della birra, con il gruppo Mobilarch del Dipartimento di Architettura dell'Università di Napoli Federico II.

'Pagammo 5 mila euro al boss per girare le ultime scene di Gomorra 1', la testimonianza choc al processo

La produzione della prima serie della fortunata fiction tv Gomorra pagò una tangente di 5mila euro al boss per girare le ultime scene nella famosa villa Savastano che era niente alto che la casa del boss Franco gallo detto 'o pisiello arrestato proprio mentre stavano per cominciare le riprese al rione Penniniello di Torre Annunziata. La rivelazione choc è stata fatta ieri pomeriggio da uno dei due imputati Gennaro Aquino, il location manager per il quale la procura ha chiesto una condanna a un anno e tre mesi di carcere mentre per l'altro imputato Gianluca Arcopinto, organizzatore generale della prima serie di Gomorra sono stati chiesti un anno e sei mesi di carcere. la sentenza dovrebbe essere emessa nella serata di oggi ma la procura di Torre Annunziata sta valutando di aprire un nuovo fasciolo di indagine sulle dichiarazioni rese ieri sul finire del processo da Aquino. "Tutti sapevano. Non so chi mise i soldi in quella busta. Però Raffaele Gallo aveva minacciato di non farci entrare più in casa a girare, io avevo paura perché gli avevo dato la mano di parola e in certi ambienti è pericoloso non rispettare gli accordi. Ricordo anche che mancavano mille euro, così li prelevai dal mio conto e glieli consegnai. Poi Cattleya me li ha rimborsati. Fin dal primo momento tutti in Cattleya sapevano che i Gallo non erano persone proprio pulite, anche Gianluca Arcopinto (l'altro imputato), ma decisero che la villa bunker con quegli strani interni era quella giusta e vollero girare lì anche dopo l'arresto del proprietario e il sequestro della casa. Ho sbagliato, ma Cattleya non voleva che si facesse riferimento ai problemi che c'erano stati all'inizio". Questa versione dei fatti era già stata smentita subito dopo una precedente deposizione fatta nel mese di ottobre scorso nel corso del processo da Gianluca Arcopinto, organizzatore generale della prima serie di Gomorra che aveva detto: "Ufficialmente dalle casse della Cattleya non sono uscite somme di denaro se non quelle rendicontate. Ma non posso escludere che possano essere stati creati fondi neri, attraverso fatture gonfiate, con i quali siano stati pagati quei camorristi". Dopo questa deposizione Sky aveva chiesto chiarimenti alla produzione che aveva prontamente smentito tutto. E ieri è arrivata anche la nuova precisazione di Riccardo Tozzi, manager di Cattleya, sentito pure lui come teste nel mese di ottobre. Tozzi respinge la versione fornita da Aquino e ricorda come ci siano decine di intercettazioni telefoniche agli atti da cui non emerge nessun collegamento con i boss dei Gallo. Per le tentate estorsioni alla casa produttrice sono stati condannati in un procedimento diverso il boss Franco Gallo o' pisiello, che si trova da alcuni anni al regime di 41bis ,a sei anni di carcere mentre il padre Raf­faele è stato condannato a 5 anni e 8 mesi di carcere, 5anni e 4 mesi per la madre Annunziata De Simone.

Camorra al rione Traiano: chiesti 810 anni di carcere.TUTTE LE RICHIESTE

Camorra al rione Traiano: chiesti 810 anni  di carcere per gli 81 imputati del clan Puccinelli-Petrone e delle famiglie federate. Il pubblico ministero della Dda di Napoli, Giuseppe Cimmarotta, ha chiesto 810 anni di carcere per 81 imputati accusati di far parte di un 'sistema' dello spaccio di droga grazie alla gestione di dieci 'piazze' all'interno delle case popolari del rione Traiano nella zona occidentale di Napoli. Un clan a tre teste che e' andato piu' volte in frantumi generando una faida che si e' trascinata per alcuni mesi tra il gruppo dominante, ovvero i Puccinelli-Petrone, e gli scissioni Basile-Lazzaro-Perrella. Per i capoclan Giuseppe Lazzaro e Francesco Petrone sono stati chiesti venti anni di reclusione, mentre per loro fedelissimi Gennaro Cozzolino, Salvatore Petrone, Ciro e Francesco Puccinelli 18 anni. Per tutti gli spacciatori, ovvero per 46 degli imputati, il pm ha chiesto il massimo della pena possibile per un rito abbreviato, cioe' dodici anni di reclusione a testa. A ricostruire gli affari criminali ci ha pensato il pentito Emilio Quindici, ex boss della zona dei Quartieri Spagnoli, per il quale il pm ha chiesto quattro anni, riconoscendogli le attenuanti della collaborazione. Ma anche altri cinque pentiti che hanno indicato in Francesco Petrone ' o nano il personaggio di maggire spessore del clan Puccinelli e soprattutto l’unico ad avere piazze di droga per conto proprio. Francesco Petrone era considerato un personaggio di importante caratura criminale e a dirlo sono le carte prodotte dalla Dda di Napoli. "È lui che comanda tutto il rione ed è lui il nuovo boss dei Puccinelli". L’operatività di Francesco Petrone  emerge dalle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia, in primis Emilio Quindici, il quale dichiara che: "Oggi controlla tutto il settore della droga e delle estorsioni nella zona del Rione Traiano", mentre, Maurizio Ferraiuolo l'ex boss di Forcella, gli attribuisce un ruolo di reggente del clan Puccinelli. Si riporta il contenuto degli interrogatori resi dal collaboratore. Nel verble del 14 ottobre del 2015 dice. "Riconosco a persona raffigurata nella fotografia Francesco Petrone. Oggi controlla tutto il settore della droga e delle estorsioni nella zona del Rione Traiano. Di lui ho già parlato anche con riferimento delle estorsione ai danni di Francesco Pascarella. Fa le estorsioni persino ai bar ed alle salumerie nel senso che si fa fare le colazioni per la sua famiglia e cestini per gli avvocati senza pagare". E sempre Maurizio Ferraiuolo spiega il ruolo dell'altro capoclan: ". È il figlio di Puccinelli Salvatore detto “stracett” e di Angela detta Angelina. Era lui che aveva comprato 1 chilo di erba da mio cugino Marco Boccia per il quale mi recai dal Puccinelli per far saldare il debito. “’o Nano” ha avuto più volte conflitti a fuoco con Scognamillo Rosario. Prima dei mondiali 2006 sono anche dovuto intervenire per fermare lo Scognamillo che lo voleva uccidere".La lunghissima requisitoria che si e' svolta davanti al gup Sabella, nell'aula bunker del carcere di Poggioreale, si e' incentrata soprattuto sul sistema-camorra del gruppo che ha inondato Napoli della potentissima 'amnesia', un'erba dal potere allucinogeno perche' innaffiata con il metadone e con gli scarti della produzione dell'eroina, molto usata tra i giovane della movida del centro.

TUTTE LE RICHIESTE DI PENA

LAZZARO GIUSEPPE    20 ANNI
PETRONE FRANCESCO   20 ANNI
COZZOLINO GENNARO  18 ANNI
PETRONE SALVATORE   18 ANNI
PUCCINELLI CIRO   18 ANNI
PUCCINELLI FRANCESCO   18 ANNI
IVONE RAFFAELE  18 ANNI
IVONE GIUSEPPE   18 ANNI
MENTONE ANNA   18 ANNI
PERRELLA GIOVANNI   18 ANNI
QUARANTA PASQUALE   18 ANNI
IACOVELLI FABIO  12 ANNI
TRANCHESE RAFFAELE   12 ANNI
CIPOLLARI CIRO   12 ANNI
DE PAOLI GIUSEPPE   12 ANNI
FILARDI ANDREA   12 ANNI
IODICE PIETRO   12 ANNI
LA ROCCA MARCO   12 ANNI
LAZZARO SALVATORE   12 ANNI
MATACENA VINCENZO   12 ANNI
MOSCA DANILO   12 ANNI
MOSCA DARIO   12 ANNI
NOCERA DANIELE   12 ANNI
PORTOBELLO IVAN   12 ANNI
SICA PASQUALE  12 ANNI
TARANTINO GENNARO   12 ANNI
VICEDOMINE DARIO   12 ANNI
DURO ANNA   12 ANNI
ESPOSITO ANTONIETTA   12 ANNI
ESPOSITO GIOVANNA   12 ANNI
BASILE LUIGI  12 ANNI
BRUNO FABIO   12 ANNI
SUGLI SIMONE   12 ANNI
D’ANNA ASSUNTA   12 ANNI
D’ANNA VICNENZO   12 ANNI
DI NAPOLI DOMENICO   12 ANNI
EQUABILE PAOLO  12 ANNI
IVONE VINCENZO   12 ANNI
LANDRI VINCENZO   12 ANNI
MACRÌ VITO   12 ANNI
CERBONE MATTEO   12 ANNI
RICCIOTTI PASQUALE   12 ANNI
D’ANNA ALFONSO   12 ANNI
EQUABILE ARTURO   12 ANNI
EQUABILE DOMENICO   12 ANNI
SACCOIA FRANCESCO   12 ANNI
IVONE GAETANO 12 ANNI
PIGNALOSA PATRIZIA   12 ANNI
CARRANO LUIGI   12 ANNI
ARRIGO FRANCESCO    12 ANNI
DELLE DONNE DOMENICO    12 ANNI
GARGIULO LUIGI   12 ANNI
MONFRECOLA NICOLA   12 ANNI
MUSELLA GIOSUÈ   12 ANNI
RUSSO MARIA   12 ANNI
SALINERI ENZO   12 ANNI
VALENZA MARCO   12 ANNI
VELOTTI CIRO   12 ANNI
SAGGIOMO GIOVANNI   12 ANNI
BRUNO ALFONSO   8 ANNI
PISA GIANLUCA 6 ANNI
QUINDICI EMILIO  4 ANNI

Camorra, la Dia: 'Mancano i leader autorevoli, in aumento i piccoli eserciti di sbandati'

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"La morfologia di alcune strutture camorristiche si caratterizza, da diverso tempo, per l'assenza, al vertice, di leader autorevoli, molti dei quali sottoposti al regime previsto dall'art. 41 bis dell'ordinamento penitenziario, altri passati a collaborare con la giustizia, motivi per cui si è innescata una lunga fase di accese e caotiche conflittualità in seno alle strutture stesse, generando lotte intestine e scontri per assicurarsi il comando. E' il quadro tracciato dalla Dia nella Relazione sull'attività svolta nel primo semestre del 2017. "La disomogeneità strutturale che caratterizza l'attuale sistema criminale avrebbe determinato, come conseguenza ulteriore, la fluidità delle 'alleanze', incidendo sulla stabilità dei rapporti tra i vari gruppi camorristici. La disarticolazione di potenti clan - evidenzia la Relazione - ha concesso a figure di 'scarso rilievo criminale', di accedere a ruoli di comando, spesso condividendoli con le terze generazioni che hanno sostituito i vecchi leader senza, tuttavia, ereditarne strategie ed autorevolezza. Ciò ha originato le scissioni o la nascita di nuove aggregazioni di giovanissimi, sottoposti a criminali altrettanto giovani, animati da ambizioni di potere". "La conseguenza è stata il materializzarsi di tanti 'piccoli eserciti', sovente formati da ragazzi sbandati, senza una vera e propria identità storico-criminale - spiega la Dia - che, da anonimi delinquenti, si sono impadroniti del territorio attraverso una quotidiana violenza più che mai esibita, utilizzata quale strumento di affermazione e assoggettamento ma, anche, di sfida verso gli avversari. In questo contesto di 'fibrillazione' criminale, il dato caratterizzante è fornito dall'età dei singoli partecipi, sempre più bassa non disgiunta dalla commissione di atti di inaudita ferocia, anche dovuta a una percezione di impunità, tanto da indurli a un esordio criminale addirittura da adolescenti".

"A Napoli, parallelamente al persistente stato di contrapposizione violenta tra bande per la conquista del territorio, clan piu' strutturati e dalla forte vocazione imprenditoriale persistono nella logica dell'inabissamento". E' quanto emerge dall'ultima Relazione semestrale della Dia, secondo cui "alcuni clan camorristici storici - distanti dalle esibizioni violente delle bande di adolescenti - mantengono il controllo delle aree di influenza grazie all'indiscussa forza di assoggettamento, ad una strategia di mimetizzazione e a scelte operative che prediligono i grandi traffici internazionali e i conseguenti investimenti in altre regioni d'Italia ed all'estero". Tra questi clan si segnalano i Mallardo di Giugliano in Campania, i Polverino e i Nuvoletta di Marano di Napoli, i Moccia di Afragola, "sodalizi di pluriennale tradizione, che nel panorama delinquenziale di matrice mafiosa restano tra le organizzazioni piu' strutturate e potenti della Campania, caratterizzate da una consolidata capacita' economica ed imprenditoriale di altissimo livello". Per gli analisti, "tra i fattori che indubbiamente concorrono alla 'sopravvivenza' di tali storiche fazioni vi e' anche il condizionamento di settori nevralgici dell'economia locale - spesso legati a forniture e appalti - e l'infiltrazione negli apparati pubblici". La provincia di Caserta, assieme a quella di Napoli, e' l'area della Campania "a maggiore densita' mafiosa": le organizzazioni camorristiche locali risultano ancora "strutturate secondo un modello mafioso gerarchico, facendo riferimento a capi clan quasi tutti detenuti. In particolare, il cartello dei Casalesi continua ad esercitare la propria forza di intimidazione attraverso le estorsioni e il condizionamento degli apparati pubblici". Tuttavia, "anche nell'avellinese, nel beneventano e nel salernitano sono operativi gruppi autoctoni strutturati, con caratteri tipicamente mafiosi, funzionalmente pronti ad assicurare sostegno logistico e militare ai clan delle aree limitrofe".Sul piano generale, i principali settori da cui le organizzazioni camorristiche continuano a trarre profitti sono il traffico di droga, lo smaltimento e la gestione illecita dei rifiuti, il contrabbando di sigarette, la commercializzazione di prodotti con marchi contraffatti, la gestione di giochi e scommesse, la falsificazione di banconote.

"La presenza di un numero elevato di sodalizi che si contendono anche piccoli territori, spesso singole piazze di spaccio, provoca antagonismi che sfociano in scontri sanguinosi - si legge nella Relazione - Le zone ove è palpabile il persistente stato di fibrillazione tra i vari gruppi sono i quartieri del centro storico di Napoli e le sue periferie, che hanno sempre stimolato l'attenzione dei clan per il controllo dei mercati di droga, per le estorsioni e la contraffazione. Si tratta di territori dove si registra, altresì, un'escalation della criminalità comune, con particolare riferimento ai reati predatori e contro la persona, come rapine e furti in abitazione, che risultano in crescita". "Si sono susseguiti, in un continuum con i semestri precedenti, gli scontri a fuoco tra passanti inermi, ad opera di delinquenti armati, effetto della descritta condizione di instabilità degli equilibri criminali. Il numero più elevato di attentati, omicidi e tentati omicidi - rileva la Dia - ha riguardato le aggregazioni camorristiche del centro storico, ma significativo appare anche il dato numerico relativo agli omicidi, collegati all'area dei comuni a nord della città di Napoli".

Napoli, aveva maltrattato per 20 anni la sua compagna: arrestato 43enne

Napoli. La maltrattava da circa 20 anni nonostante le avesse dato due figli: questa mattina, gli agenti del Commissariato di Polizia San Giovanni Barra, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, hanno posto fine ad un ventennio di disagio e maltrattamenti subiti da una giovane donna da parte di S.C., 43enne originario di Pomigliano d’Arco con il quale ha avuto una lunga e difficile relazione, con periodi di convivenza e di separazione e dalla quale unione sono nati due figli una ragazza che attualmente è una 16enne ed un bambino di tre mesi.L’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare, da parte del Tribunale di Napoli — Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari nasce dalle denunce formalizzate dalla donna, una nel dicembre 2017, e tre nel mese di gennaio 2018. La donna stanca dei soprusi subiti ha raccontato dei continui episodi di violenza e maltrattamenti sin dall’inizio della loro relazione, cominciata nel lontano 1997 e l’arrivo dei figli purtroppo per lei non ha migliorato la situazione atteso che anche in presenza della figlia non ha risparmiato alla donna aggressioni e percosse, rompendole addirittura il setto nasale.Il periodo della relazione è stato anche contornato da condanne subite da S.C. per il reato di detenzione di armi e munizionamento, nonché violazione della legge sugli stupefacenti che ha scontato agli arresti domiciliari presso l’abitazione della madre.Dopo la nascita del secondo figlio la situazione è , ove mai fosse possibile, peggiorata al punto che la giovane ha deciso di trasferirsi con i bambini a casa dei suoi genitori.Tale decisione è stata ovviamente non accettata dall’uomo che ha continuato a minacciarla di morte, estendendo le minacce anche ai genitori.I poliziotti hanno raggiunto S.C. presso la sua abitazione in via Repubbliche Marinare e dopo avergli notificato l’ordinanza di custodia cautelare , lo hanno condotto presso la casa circondariale di Napoli "Poggioreale"

Il neo presidente Cira: 'Saremo ancora un punto di riferimento

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"Il nuovo Programma Nazionale di Ricerche Aerospaziali, in corso di approvazione, dimostra che c'e' grande fiducia nelle capacita' del Centro di continuare ad essere un punto di riferimento nella ricerca aerospaziale a livello internazionale". Lo ha detto Paolo Annunziato, da oggi formalmente presidente del Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (Cira) di Capua (Caserta). Per il neo presidente, infatti, "gli elementi per il rilancio del CIRA ci sono tutti: la disponibilita' del mondo politico, la presenza di competenze e mezzi ed un percorso ben delineato daranno la spinta necessaria ad attuare questo ambizioso obiettivo". Annunziato e' stato presentato a tutti i dipendenti dal numero uno dell'Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston, che nel suo intervento ha ringraziato il presidente uscente, Claudio Rovai, e ricordato i passi importanti compiuti durante la sua amministrazione, primo tra tutti la definizione del nuovo Programma Nazionale di Ricerche Aerospaziali, il Piano che dopo il parere favorevole del panel degli Esperti e' ora in via di approvazione da parte del MIUR. "Il CIRA ha fatto negli anni importanti investimenti che lo hanno portato ad avere impianti unici al mondo e a creare competenze di primo livello, ma mai ha avuto un documento di programmazione tecnico-scientifica di cosi' ampia portata", ha detto Battiston.

Napoli, allarme attacco: stop per Mertens e Callejon

Dries Mertens non si e' allenato oggi con i compagni di squadra ed ha svolto una seduta differenziata. L'attaccante belga soffre per una distorsione di primo grado alla caviglia e oggi non ha partecipato alla normale seduta alla ripresa degli allenamenti. Le sue condizioni verranno valutate nei prossimi gironi in avvicinamento alla partita di sabato sera contro la Lazio al San Paolo. Oltre a Mertens, anche Callejon e Albiol hanno svolto allenamento differenziato.
"Non so se andro' a Napoli la prossima estate quindi non posso dire nulla ora. Penso soltanto a vincere il campionato con l'Ajax. L'accordo con la societa' azzurra non e' andato avanti per motivi personali, sono successe un po' di cose, ma adesso non voglio parlarne. Il rinnovo con l'Ajax? Non posso escludere nulla, e' tutto in divenire". Lo ha detto Amin Younes alla stampa olandese al termine di una partita giocata con l'Ajax B. A questo punto l'arrivo a Napoli dell'attaccante tedesco dell'Ajax si complica. Younes sarebbe dovuto arrivare gia' a gennaio e nei giorni scorsi aveva effettuato le visite mediche ed era stato alo stadio San Paolo per assistere a Napoli-Bologna. Poi il trasferimento invernale e' saltato per motivi che non son stati ancora chiariti ma il Napoli ha depositato il contratto fino al 2022. Ora Younes dovra' prima del mercato estivo concordare il suo addio al Napoli altrimenti rischia una squalifica se dovesse firmare con un'altra squadra.

Baby gang, Borrelli: 'Allontanare i minori da famiglie di camorristi'

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"Ora che abbiamo la certezza di avere a che fare con un'emergenza criminalita' che riguarda i giovanissimi che prima si organizzano in baby gang e poi si affiliano ai clan della camorra dando vita a faide sanguinose sarebbe il caso di intervenire immediatamente per fermare il propagarsi del fenomeno". Lo ha detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, sottolineando che "anche nella relazione semestrale della Direzione nazionale antimafia si parla del progressivo abbassamento dell'eta' in cui si entra a far parte dei clan come noi denunciamo da anni. Purtroppo siamo stati spesso inascoltati da parte dei questori e dei prefetti". "Servono azioni di recupero e quindi investimenti come quello del Parco mediterraneo di Somma Vesuviana che ho visitato questa mattina insieme col presidente della Regione, Vincenzo De Luca, col sindaco di Somma Vesuviana, Salvatore di Sarno, e col presidente della Fondazione Polis, don Tonino Palmese, ma sono necessari interventi repressivi immediati e straordinari, a cominciare dall'allontanamento dei bambini da quelle famiglie che vivono nell'illegalita', soprattutto quelle camorriste, e dimostrano di non aver alcuna intenzione di cambiare vita" ha aggiunto Borrelli per il quale "e' il momento di mettere da parte atteggiamenti troppo permissivi per dare una speranza di vita diversa a chi ha la sfortuna di nascere nella famiglia sbagliata".

Torre Annunziata, deve scontare tre anni per droga: arrestato

Questa mattina, gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di “Torre Annunziata”, hanno eseguito l’arresto di Millo Giuseppe, di anni 28, colpito da un ordine di carcerazione disposta dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Torre Annunziata. L’uomo conosciuto alle forze dell’ordine per reati di stupefacenti e contro il patrimonio, è stato condannato a tre anni di reclusione e 3000,00 di multa. Millo è stato condotto presso la Casa Circondariale di Poggioreale.

Torre del Greco, spaccia mentre è ai domiciliari: arrestato

Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di “ Torre del Greco”, nel pomeriggio di ieri, hanno arrestato Antonio Fortunato, 36anni corallino , già con pregiudizi di Polizia, per il reato di detenzione ai fini di spaccio. I poliziotti, impegnati nel controllo del territorio mentre effettuavano mirati controlli a persone sottoposte alla misura degli arresti domiciliari, si sono recati in Via XX Settembre dove abita l’uomo. Gli agenti al loro arrivo hanno notato la porta d’ingresso aperta e sul tavolo della cucina 6 dosi di hashish , 10.00 euro, divise in due banconote da € 5,00 , un coltellino con lama annerita e materiale per il confezionamento delle dosi.
I poliziotti , inoltre, hanno trovato all’interno dell’abitazione, altri 50 grammi di hashish nascosti dietro ad un pensile della cucina. Fortunato Antonio era già sottoposto agli arresti domiciliari per lo stesso reato. All’uomo, stamane , dopo il rito per direttissima gli è stato convalidato l’arresto è condotto, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, presso la Casa Circondariale di Poggioreale .

Superenalotto: nessun 6 ma un unico 5+ in provincia di Salerno vince 578mila euro

Nessun '6' al concorso di oggi del Superenalotto. Realizzato un '5+1' da 578.071 euro a Pontecagnano Faiano, in provincia di Salerno. Il jackpot stimato per il prossimo concorso sale a 96,4 milioni di euro. Superenalotto: la combinazione vincente: 4, 8, 16, 35, 36, 74, numero jolly 31, numero superstar 35.
Queste le quote del Concorso Superenalotto/SuperStar n.16 di oggi:

Superenalotto Punti 6: NESSUNO

Punti 5+: 1 totalizzano Euro: 578.071,26

Punti 5: 7 totalizzano Euro: 26.680,22

Punti 4: 709 totalizzano Euro: 281,07

Punti 3: 28.595 totalizzano Euro: 20,34

Punti 2: 395.826 totalizzano Euro: 5,00

SUPERSTAR

Punti 6SB: NESSUNO

Punti 5+SB: NESSUNO

Punti 5SS: NESSUNO

Punti 4SS: 10 totalizzano Euro: 28.107,00

Punti 3SS: 149 totalizzano Euro: 2.034,00

Punti 2SS: 1.789 totalizzano Euro: 100,00

Punti 1SS: 11.014 totalizzano Euro: 10,00

Punti 0SS: 20.337 totalizzano Euro: 5,00 Vincite Immediate: 13.728 totalizzano Euro: 343.200,00 Montepremi disponibile per il prossimo 6 Euro: 96.400.000,00

Donna scomparsa da Arezzo, le tracce portano a Napoli. Sentiti alcuni testimoni in Campania

Napoli. Susy Paci, la donna scomparsa dalla provincia di Arezzo il 23 gennaio scorso ha raggiunto Napoli e forse da lì Salerno. Proseguono le indagini sulla sparizione della donna aretina di 49 anni, casalinga che in passato ha gestito un negozio di borse.  Secondo quanto riscontrato dalla squadra mobile di Arezzo, la donna ha effettivamente preso un treno e raggiunto Napoli. Le verifiche della polizia, dopo la denuncia del marito e degli anziani genitori, hanno appurato che Susy Paci è arrivata nel capoluogo campano dove potrebbe aver incontrato qualcuno conosciuto in chat. Appassionata di social network, sposata e madre di due figli, la 49enne non ha più utilizzato nè i social nè la carta di credito negli ultimi 13 giorni facendo registrare un calo drastico e improvviso della sua attività online, intensissima fino al 22 gennaio e sotto l'esame della polizia postale di Arezzo. Proprio da questa sua attività sui social gli investigatori della polizia, coordinati dal pm Elisabetta Iannelli, sono partiti con le indagini. Pare che un uomo di Napoli è stato anche interrogato dalla Polizia. Si seguono tracce che localizzerebbero la donna a Salerno. Preoccupa il silenzio e il messaggio inviato al figlio che annunciava un ritorno mai avvenuto. La donna ha 1300 amici su facebook, seguita da ottocento persone. Gli inquirenti vagliano le frequentazioni virtuali più strette e in Campania hanno sentito alcuni testimoni.

Picchiava i bambini all'asilo, condanna bis per la maestra della provincia di Avellino

Avellino. Condannata anche in Appello la maestra che picchiava gli alunni dell'asilo della frazione Valle di Avellino. La donna, una maestra 60enne di Manocalzati, dovrà scontare 2 anni e 8 mesi di reclusione. A stabilirlo la corte d'Appello di Napoli che ha confermato la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Avellino. La maestra, nel maggio 2016, era stata arrestata in seguito alle indagini svolte dai carabinieri del comando provinciale di Avellino che avevano piazzato alcune telecamere nascoste nell'asilo, in seguito alla denuncia di alcuni genitori. Le immagini riprese all'insaputa della maestra hanno svelato le continue vessazioni cui erano sottoposti i piccoli alunni. Schiaffi, insulti, minacce erano all'ordine del giorno per bimbi tra i 3 e i 5 anni. Durante il processo con rito abbreviato è stato accertato che la maestra ha ripetutamente maltrattato 8 bambini, cui spetterà un risarcimento per le violenze subite.

Manifesti con la testa mozzata di Sgarbi a Pomigliano d'Arco, il critico: "E' un'intimidazione"

Pomigliano d'Arco. Un manifesto con la testa mozzata di Sgarbi su un corpo di capra è apparso oggi a Pomigliano d'Arco. Non è il primo realizzato dagli attivisti del collettivo e del Si Cobas che non sono nuovi a iniziative di satira. Sotto il manifesto la scritta: "Sgarbi a Pomigliano? Cercano altri agnelli sacrificali, ma credono che è sempre Pasqua?", in serata è atteso l'arrivo del critico candidato con il centrodestra nel collegio. Sgarbi ha sottolineato che il manifesto, recante le sigle dei 'Si Cobas Fca' e del 'Collettivo 48 Ohm', costituisce "un'evidente intimidazione, ancor più grave perchè proveniente da soggetti collaterali al Movimento 5 Stelle". "Chiedo pertanto alle forze dell'ordine - ha detto Sgarbi - ed in particolare alla digos, oltre a garantire il regolare svolgimento delle iniziative elettorali, d'identificare gli autori materiali di questa intimidazione, nonchè gli ispiratori politici, e di verificare se tra di loro vi sono soggetti che abbiano collegamenti con appartenenti alla camorra. Mi auguro che 'Giggino' Di Maio abbia parole di condanna. Attendo una sua presa di posizione inequivocabile". Secondo Sgarbi sul web, ed in particolare sul proprio profilo Facebook, "con una strategia inequivocabile e una regia chiarissima, i 5 stelle tentano di avvelenare il confronto politico anche con minacce di aggressioni fisiche". "Frotte di replicanti grillini - ha concluso - si riversano sui miei profili social con il solito corollario di nobili pensieri politici: "munnezza", "ammazzati", "merda", "bastardo", "ti veniamo a prendere". Gli elettori avranno ancora una volta chiari quali siano i nuovi barbari che si nascondono dietro le facce apparentemente innocue dei vari Di Maio e compagni". Lo scorso anno, in occasione dell'arrivo del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, gli appartenenti al collettivo e dei Si Cobas distribuirono "fritturine" nei pressi del cinema dove era in programma una manifestazione in vista del referendum.

Dimissioni dei consiglieri a Castellammare, il Prefetto nomina Cupello commissario

Castellammare di Stabia. Il prefetto di Napoli Carmela Pagano hanno nominato commissario al Comune di Castellammare di Stabia, il vice prefetto, capo di gabinetto della Prefettura di Napoli, Gaetano Cupello. Il vice prefetto si occuperà della provvisoria amministrazione dell'ente e della procedura di scioglimento del consiglio comunale, a seguito delle dimissioni di 14 consiglieri su 24 arrivata ieri sera. Le dimissioni hanno interrotto anzitempo l'amministrazione del sindaco Antonio Pannullo, eletto con le forze del centrosinistra.

Lotto e Superenalotto: ecco i numeri fortunati previsti per oggi martedì dal generatore del nostro sito

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Con la nuova estrazione dei numeri del lotto e del Superenalotto di oggi martedì 6febbraio 2018 Cronachedellacampania pubblica il generatore che calcola i numero fortunati realizzato dai propri esperti per offrire un nuovo servizio per i suoi lettori appassionati del gioco. Di seguito trovate i due generatori per i numeri al Lotto e quelli per il Superenalotto. Per il primo basta cliccare su estrai e compariranno i cinque numeri da giocare su una singola ruota o su tutte le ruote indicati dal sistema e la ruota sulla quale eventualmente giocare. Potete cliccare quante volte volete. Per il Superenalotto cliccare sempre su estrai e compariranno sei numeri. Buona Fortuna.

Bagnoli, Legambiente: 'Ora voltare pagina. Basta allo sperpero di denaro pubblico e rischi per la salute dei cittadini'

“Quella di Bagnoli è una delle vicende italiane più gravi per quanto riguarda i ritardi nell'attuazione delle opere di bonifica e i risanamenti ambientali del nostro Paese. È tempo per l’Italia di voltare pagina: non possiamo più permetterci questo sperpero di denaro pubblico e l’incremento dei rischi per la salute dei cittadini derivante da un inquinamento protratto da false operazioni di bonifica”.
Così Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente commenta la sentenza emessa oggi dal Tribunale di Napoli nel processo di primo grado per la mancata bonifica dell’area di Bagnoli e dell’ex Italsider che si è concluso con sei condanne.
«Fino ad ora – aggiunge Ciafani – questi ritardi non solo hanno alimentato reati ambientali, ma non hanno permesso di costruire la filiera industriale delle bonifiche che altrove, a partire dagli Stati Uniti, sono una parte importante dell’industria innovativa del ventunesimo secolo. Grazie alla nuova legge sugli ecoreati, e l’introduzione del delitto di omessa bonifica, il nostro augurio è che d’ora in poi la velocità del risanamento ambientale in Italia sia tale da chiudere le sventurate stagioni di inquinamento partite con l’industrializzazione del secondo dopoguerra».
«Ancora una volta – aggiunge Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania – la magistratura deve sostituirsi alla politica. Assistiamo a un copione che in Campania si ripete ogni qualvolta si parla di bonifiche di siti contaminati. Ieri le discariche dell’ecomafia, oggi Bagnoli, ma con un unico comune denominatore: la bonifica nella nostra regione è una lontana chimera dove corruttela, sprechi e inquinamento la fanno da padrone. La sentenza di oggi rappresenta l’epilogo di un’annosa vicenda che vede ancora ferite mai rimarginate su quel territorio, bonifiche mai realizzate e partite con grande ritardo».
Come già sollecitato nel documento consegnato in occasione dell’audizione dalla Cabina di Regia per Bagnoli del gennaio 2016, Legambiente chiede alle istituzioni di «arrivare alla più rapida, efficace e coerente risoluzione delle criticità che ostano la bonifica del SIN, per il successivo processo di rigenerazione dell’area, che deve tener conto delle moderne strategie di contrasto agli effetti dei cambiamenti climatici e alla massima limitazione del consumo di suolo anche con interventi di forestazione urbana e di espansione delle aree naturali». Nello stesso documento l’associazione ha chiesto inoltre di assicurare l’applicazione del principio “chi inquina paga” per evitare che i responsabili dell’inquinamento possano sottrarsi agli obblighi di porre rimedio ai danni prodotti, ma anche essere addirittura destinatari di incentivi o altri benefici a fronte degli oneri che sarebbero a loro carico.

Biologi, D'Anna: "No a etichetta 'no vax' per convegno dell'Ordine. Biologi stiano lontani da querelle politica"

"No all'etichetta 'no vax'. Le notizie, diffuse da alcuni organi di stampa, in merito al fatto che il convegno internazionale organizzato dall'Ordine dei Biologi il prossimo 2 marzo a Roma, per festeggiare i suoi 50 anni, sia finalizzato a sostenere tesi contrarie ai vaccini ed alla legge che ne fa obbligo, sono prive di ogni fondamento". Lo sostiene, in una nota, il senatore Vincenzo D'Anna, presidente dell'Ordine Nazionale dei Biologi, secondo il quale: "la presenza, tra gli altri, del premio Nobel Luc Montagnier, quella di eminenti scienziati italiani e stranieri ed i relativi argomenti che questi tratteranno, come quelli sulla neurotossicità dei metalli o sugli inquinanti ambientali della 'Terra dei fuochi', confutano palesemente personali e malevoli interpretazioni che lasciano il tempo che trovano". Per D'Anna "le nuove frontiere della Biologia, scienza ancor giovane ed in continuo progresso, devono portare i biologi laddove la ricerca non è ancora approdata, vale a dire a fornire risposte certe e determinate al solo scopo di avanzare nel sapere, per una migliore tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e degli esseri umani". "Nel convegno internazionale organizzato al Grand Hotel Parco dei Principi - aggiunge il presidente dei Biologi - l'unico a trattare tematiche inerenti la tossicità dei vaccini sarà il professor Giulio Tarro che, per storia personale e scientifica, non può che essere annoverato tra gli estimatori della pratica vaccinale". "I biologi - ribadisce D'Anna - devono stare lontani dalle querelle politiche camuffate da argomenti scientifici e lavorare, senza pregiudizi e senza preconcetti, in ogni direzione". "Quanto ai presunti scienziati detentori del verbo e dispensatori di patenti di ortodossia scientifica - conclude il senatore - ci piace ricordare la definizione di Enrico Fermi: sono scienziati tutti coloro che hanno scoperto qualcosa di nuovo. Tutti quanti gli altri parlano per sentito dire".

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