Indagine della Procura di Napoli, 4 arresti e migliaia di file sequestrati #DarkWeb #Pedopornografia #ProcuraNapoli #KidFlix #Wikipedo
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Si credevano al sicuro, nascosti nel buio del dark web, protetti da un inquietante “manuale del pedofilo” pubblicato su una pagina chiamata “Wikipedo”. Ma le indicazioni per garantire l’anonimato non sono bastate: quattro dei quindici indagati italiani sono finiti in manette, mentre gli altri undici sono sotto inchiesta.
L’indagine, coordinata dalla sezione “fasce deboli” della Procura di Napoli – con il pm Alfredo Gagliardi e il procuratore aggiunto Raffaello Falcone – ha preso il via grazie alle informazioni fornite dalla Germania, dove ieri 79 presunti pedofili sono stati arrestati in una maxi-operazione. La Polizia Postale italiana ha così individuato i quindici indagati, tutti utenti della piattaforma streaming “KidFlix”, un sito dell’orrore specializzato in video di abusi sessuali su minori, anche particolarmente violenti.
Quattro di loro sono stati sottoposti a perquisizione e fermo:
Per tre di loro è scattata la custodia in carcere, mentre il quarto è stato posto agli arresti domiciliari. Gli altri undici indagati – tra cui un operaio, diversi impiegati, professionisti e persino un avvocato (di età compresa tra i 22 e i 67 anni) – sono ancora sotto indagine.
Il sito “KidFlix” funzionava come una piattaforma in stile streaming, dove gli utenti pagavano in criptovaluta sia per accedere, sia per visionare i contenuti pedopornografici completi, selezionabili dopo un’anteprima. Chi condivideva nuovo materiale otteneva un bonus: la possibilità di guardare video senza pagare, in una sorta di macabro “do ut des”.
I file erano catalogati per genere e qualità, con prezzi più alti per i video in alta definizione.
Il cosiddetto “manuale del pedofilo”, ospitato su “Wikipedo”, era considerato unico nel suo genere: spiegava come accedere al dark web in modo anonimo, eludendo i controlli. Ma le forze dell’ordine, anche grazie alla cooperazione internazionale, sono riuscite a smantellare il sistema, sequestrando:
L’operazione ha coinvolto i centri per la sicurezza cibernetica di Campania, Lombardia, Lazio, Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna, Puglia, Veneto e Sardegna, dimostrando ancora una volta che nemmeno il dark web è un rifugio sicuro per i criminali.
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