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Trump e Musk fanno sul serio: dipendenti federali a pulire bagni e raccogliere spazzatura, altro che smart working

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Donald #Trump e Elon #Musk hanno deciso di fare piazza pulita nella burocrazia federale, con il #Doge, il Dipartimento per l’efficienza del governo guidato dal patron di #Tesla, la vita degli impiegati federali è diventata un incubo: tagli a raffica, congedi forzati, e ora pure l’umiliazione di pulire bagni e raccogliere spazzatura.

Washington, 31 marzo 2025 – Altro che smart working comodo da casa, qui si torna in ufficio a calci nel sedere, e chi non si adegua può anche fare le valigie. Trump e Musk non guardano in faccia a nessuno: meno statali, più efficienza, e chi se ne frega se qualcuno ci rimette il posto!

Niente più privilegi: si torna in ufficio, e a pulire!

Trump ha firmato un decreto che ha fatto tremare i dipendenti di 18 agenzie federali, dai dipartimenti della Difesa a quello della Salute: via il diritto alla contrattazione collettiva, stop agli accordi sindacali, e tutti in ufficio, senza scuse! Niente più lavoro da casa, anche per chi aveva contratti che lo prevedevano.
Il rientro? Un caos totale: c’è chi si è trovato senza scrivania, chi ha dovuto lavorare seduto per terra, e chi si è visto assegnare compiti assurdi, tipo pulire i bagni o raccogliere la spazzatura. Alla Federal Aviation Administration hanno trovato piombo nell’acqua del rubinetto, e in alcuni uffici manca persino la carta igienica. Altro che “efficienza”, qui si raschia il fondo del barile, e i dipendenti federali sono i primi a pagarne le conseguenze.

Musk e Trump non fanno prigionieri: o ti adegui o sei fuori

Il piano di Musk è chiaro: licenziamenti in massa, riassunzioni solo per chi si piega, e un bel calcio a chi non ci sta. “Molti non si presenteranno al lavoro, e il nostro governo sarà più snello ed efficiente”, ha detto Trump, con quel ghigno che fa impazzire i suoi fan. E ha ragione: con Biden i dipendenti federali se ne stavano comodi a casa per metà della settimana, ma ora si cambia musica.
Un medico del dipartimento per i veterani, che lavorava da remoto da due anni, si è trovato a fare il facchino: sistemare postazioni, pianificare orari, cercare attrezzature. Roba che non c’entra niente con il suo lavoro! E un’impiegata del Forest Service, assunta per lavorare da casa, ora deve cercarsi una scrivania in un ufficio federale entro 50 miglia da casa sua, anche se poi continua a lavorare online. Il segnale wireless? Una schifezza, e comunicare è un’impresa.

Situazioni assurde: acqua al piombo e niente carta igienica

Il New York Times ha raccolto testimonianze che fanno rabbrividire. Un dipendente dell’Agenzia delle entrate ha dovuto scegliere: o andare in un ufficio senza spazio, o lavorare da casa violando le regole. Un altro ha passato il primo giorno di rientro seduto sul pavimento, perché la sua postazione era sparita.
E poi c’è chi, al Department of Energy, deve trasferirsi a Washington entro il 5 maggio, anche se vive a migliaia di miglia di distanza, senza sapere se sarà licenziato nel prossimo giro di tagli. In molti uffici hanno tagliato pure le spese base: niente carta igienica, niente dignità. Trump vuole che i lavoratori tornino in presenza per “controllare che lavorino davvero”, ma a queste condizioni sta solo spingendo tutti a mollare. E forse è proprio quello che vuole.

L’Usip sotto attacco: licenziamenti e caos

L’ultima vittima del Doge è l’U.S. Institute of Peace (Usip) a Washington, un ente che si occupa di mediazione nei conflitti e negoziati di pace, anche in zone calde come l’Ucraina. Musk non ha avuto pietà: tra i 200 e i 300 dipendenti della sede principale sono stati licenziati, come riportato dal Washington Post.
I 600 dipendenti all’estero, per ora, sono salvi, ma il danno è fatto: i licenziamenti improvvisi avranno un impatto immediato sulle zone di conflitto. E mentre i lavoratori vivono nel terrore di perdere il posto, non riescono più a conciliare lavoro e vita privata: niente più smart working, niente più flessibilità per andare a prendere i figli a scuola. È il caos, ma a Trump e Musk non importa: il loro obiettivo è snellire, e se qualcuno ci rimette, pazienza.

Trump e Musk, i rivoluzionari che non si fermano

Mentre i dipendenti federali piangono, Trump e Musk vanno avanti come bulldozer. La loro “revisione dirompente” della forza lavoro federale include licenziamenti, riassunzioni forzate e congelamenti della spesa. Il New York Times dice che non c’è niente di efficiente in questo caos, ma l’obiettivo è chiaro: meno burocrazia, meno statali, più controllo. E se i lavoratori non ce la fanno, che si arrangino: o si adeguano, o sono fuori. 

Articolo pubblicato il giorno 1 Aprile 2025 - 15:40

Matteo Setaro

Collaboratore e amante del Web. Nella vita è un grafico con la passione per la scrittura

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