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Truffe agli anziani: bottino da quasi 2 milioni di euro

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Una rete criminale altamente organizzata, specializzata in truffe agli anziani, è stata smantellata dalla Squadra Mobile di Genova con il supporto di numerose questure italiane.

Il bilancio è pesante: 103 frodi accertate, vittime “sfinite e terrorizzate”, e un bottino stimato in quasi due milioni di euro tra contanti e gioielli.

La tecnica spietata del “finto incidente”

Il gruppo operava con un modus operandi collaudato: contattavano telefonicamente gli anziani, spacciandosi per forze dell’ordine o avvocati, e li convincevano che un loro familiare avesse causato un grave incidente, necessitando di una cauzione in denaro o preziosi per evitare l’arresto.

Le chiamate, durate anche più di un’ora, erano studiate per isolare psicologicamente la vittima: i truffatori impedivano ogni verifica, a volte imitando persino la voce del parente in pericolo. In alcuni casi, se un familiare era presente in casa, trovavano un pretesto per allontanarlo.

Call center criminali e trasfertisti in azione

L’organizzazione aveva una struttura piramidale:

  • I “telefonisti”, attivi in call center abusivi tra Napoli e Aversa, effettuavano fino a 1.200 chiamate al giorno.
  • I “trasfertisti”, organizzati in almeno sette pattuglie, ritiravano il denaro in tutta Italia, usando auto a noleggio e schede telefoniche anonime.
  • I coordinatori gestivano logistica, finanziamenti e assistenza legale.
  • Il modus operandi: “C’è stato un incidente, serve una cauzione”

    La tecnica era collaudata quanto spietata. I truffatori, fingendosi appartenenti alle forze dell’ordine o avvocati, contattavano le vittime – sempre anziane – raccontando di un finto incidente stradale provocato da un parente stretto, spesso con gravi conseguenze. Con tono allarmato e pressante, chiedevano una “cauzione” in contanti o oggetti di valore per evitare l’arresto del familiare.

    In alcuni casi, arrivavano persino a imitare le voci dei parenti, mantenendo la linea telefonica costantemente occupata per impedire qualsiasi verifica. Quando la vittima cedeva, intervenivano i cosiddetti “trasfertisti”, incaricati del ritiro del denaro. I criminali si spostavano con auto a noleggio e telefoni intestati a prestanome, utilizzando basi logistiche distribuite sul territorio, in particolare tra Napoli e Aversa.

L’indagine partita da Genova

L’inchiesta, avviata nel giugno 2023 dopo la denuncia di un’anziana genovese, ha portato a 75 arresti in flagranza e al sequestro di beni per 1,7 milioni di euro. Gli indagati, tutti over 30 e di origine campana, sono accusati di associazione per delinquere e frode aggravata.

L’appello delle autorità: “Denunciate, non vergognatevi”

Il questore di Genova, Silvia Burdese, ha sottolineato l’importanza della prevenzione e della denuncia:
“Gli anziani vengono violati nella loro casa e nei loro affetti. Molti, per vergogna, non raccontano nulla ai familiari. Ma solo denunciando possiamo fermare questi criminali.”La Liguria, con l’età media più alta d’Italia, è un territorio particolarmente a rischio.

Call center abusivi e 1.200 chiamate al giorno

“La struttura era piramidale, molto organizzata – spiega il dirigente della Mobile di Genova, Carlo Bartelli – con meccanismi precisi per controllare la linea telefonica e mantenere la vittima isolata, spesso per oltre un’ora di conversazione. Alcuni episodi fruttavano anche 50mila euro”.

Un sistema crudele: vittime traumatizzate e isolate

Il questore di Genova, Silvia Burdese, ha evidenziato la gravità del fenomeno: “Parliamo di un mondo fragile, i nostri anziani, che vengono raggirati dentro casa, nei loro affetti più profondi, da criminali privi di qualsiasi empatia. Le conseguenze psicologiche sono devastanti. Alcuni non denunciano nemmeno, per vergogna”.

Fondamentale, ha aggiunto, è stato il coraggio della prima vittima: “Ci ha permesso di aprire un’inchiesta che ha svelato numeri e dinamiche che non immaginavamo. Serve ora uno sforzo collettivo per raggiungere l’ultimo miglio della prevenzione e della consapevolezza”.

Tutti maggiorenni e campani i membri dell’organizzazione

Tutti gli indagati sono maggiorenni, di origine campana, e già noti alle forze dell’ordine. L’organizzazione, radicata soprattutto tra Napoli e Caserta, si muoveva con estrema rapidità, sfruttando la vulnerabilità di una popolazione – come quella ligure – con una delle età medie più alte d’Italia, particolarmente esposta a questo genere di reati.

La Polizia invita la cittadinanza a non fidarsi mai di richieste telefoniche di denaro e ricorda che nessuna forza dell’ordine chiederà mai contanti o gioielli per evitare arresti o denunce. Ogni segnalazione può contribuire a interrompere queste catene di truffe e proteggere le persone più fragili.

RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato il giorno 9 Aprile 2025 - 13:52



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