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Tragedia della funivia, lunedì messa in suffragio delle vittime sul Faito. La lettera di Don Catello suscita polemiche

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Una messa in suffragio per le quattro vittime della tragedia della funivia che ha scosso un’intera comunità è stata annunciata con una lettera aperta da don Catello Malafronte.

Il rito si terrà al Santuario di San Michele Arcangelo, in cima al monte Faito, luogo che le vittime Carmine Parlato, Janan Suliman e i coniugi Margaret e Derek Winn non hanno mai raggiunto, precipitando tragicamente. L’incidente è ora sotto una delicatissima inchiesta, e il religioso ha espresso il suo dolore in una lettera toccante.

Il Dolore della Comunità

Cari amici, ho atteso qualche giorno prima di trovare la forza di scrivere. Il dolore per quanto accaduto è immenso. Ci sono eventi che lasciano senza fiato, senza parole. La tragedia della funivia ha colpito duramente la nostra comunità: quattro giovani vite spezzate e un’altra combatte in ospedale, famiglie immerse in un dolore che nessuno dovrebbe mai conoscere. Come comunità ci uniamo nel silenzio, nella preghiera e nella vicinanza ai familiari delle vittime.

Siamo anche vicini – prosegue don Catello – alle persone, soprattutto ai bambini, che hanno potuto riabbracciare i loro cari e al personale Eav. È un tempo buio e lo sentiamo tutti.

Ieri, venerdì santo, il giorno in cui come credenti contempliamo nel silenzio l’Amore di Dio Crocifisso, al Faito si respirava l’aria del Calvario: un dolore immenso, uno smarrimento simile a quello dei discepoli di Emmaus che di ritorno da Gerusalemme, avvolti dalla tristezza per la morte del Maestro, discutevano tra loro: ‘Com’è stato possibile? Come mai?’.

Anche noi, come i due discepoli, abbiamo bisogno che Qualcuno ci spieghi il senso nascosto delle cose, che ci indichi ‘l’Oltre e l’Altro’ di ciò che accaduto, il perché di questa tragedia e della morte di persone venute da lontano perché amanti della bellezza della nostra montagna, del nostro territorio che si stava incamminando verso un futuro pieno di speranza, grazie anche all’impegno di istituzioni e soggetti coinvolti a vari livelli.

La Speranza della Pasqua

Eppure – si scuote il religioso – con il cuore lacerato dal dolore e con le lacrime agli occhi, in questo sabato santo, durante la veglia pasquale, la Chiesa infonde in ciascuno di noi la speranza che ‘il nuovo sta già nascendo’ e ci fa gridare: ‘Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte, risorge vincitore dal sepolcro. Di questa notte è stato scritto: la notte splenderà come il giorno, e sarà fonte di luce per la mia delizia’ (Preconio Pasquale).

In questa ‘notte’ Cristo passa tra noi vincendo la morte e ci dona la certa Speranza ‘che il giorno nuovo sarà fonte di luce’. Cristo ha vinto il peccato e la morte; Cristo nostra Speranza è vivo e chiede tutti, nessuno escluso, operatori di Speranza e di novità, gettando via il lievito vecchio dell’individualismo, della mormorazione, del giudizio, della lamentela, dello scoraggiamento e del pregiudizio.

Dobbiamo diventare tutti protagonisti della nostra storia umana, sociale, religiosa ed economica. E questo è possibile se diventiamo una vera e autentica Comunità che condivide gioie e dolori, fatiche e speranze!

Allora – aggiunge don Malafronte – facciamo nostro l_INVito del nostro Vescovo Mons. Francesco Alfano e impegniamoci a ritrovare ‘il sentiero della Speranza’.

Un sentiero che ha il volto del camminare insieme nella fede, della Comunità, della corresponsabilità, della cura della nostra montagna, della laboriosità, dell’accoglienza gioiosa degli ospiti, della cura dell’acqua e delle cose fatte e hanno il sapore del buono. In altre parole, dobbiamo organizzare la Speranza!

E questo è possibile se riusciamo a lavorare tutti insieme: istituzioni, enti pubblici e privati, associazioni e singoli cittadini. È un cammino difficile, lungo, ma entusiasmante e realizzabile!

L’Annuncio della Resurrezione

In questa Pasqua del Signore – conclude don Catello – come le donne del Vangelo, annunciamo a tutti: Cristo è Risorto, è vivo, è in mezzo a noi, cammina con noi. È lui che ha vinto!… Egli ci porta la luce che illumina il buio delle nostre incertezze e dei nostri limiti anche in una tragedia come quella che è accaduta.

Non siamo soli! Con il cuore aperto alla Speranza, lunedì dell’Angelo, 21 aprile p.v. alle ore 12:00, presso il Santuario di San Michele celebrerò la Santa Messa in suffragio delle anime delle vittime. Sarà un momento di preghiera, di silenzio, di affidamento e di riflessione. Sono certo che uniti nella fede operosa e nella sicura speranza supereremo questo grande momento di prova. San Michele Arcangelo ci guiderà e proteggerà in questo nuovo tempo.

Commento: Don Catello, con la sua lettera, ci ricorda che anche nei momenti più bui, come quello che ha colpito il nostro paese, la fede può illuminare il cammino. E chissà, forse anche qualche politico locale prenderà ispirazione da questa comunità unita nel dolore e nella speranza, mettendo da parte le solite beghe per il bene comune. Ma non ci speriamo troppo, si sa che a Pasqua i miracoli sono rari, tranne quello della resurrezione, ovviamente.

La celebrazione si terrà al Santuario di San Michele Arcangelo, sul monte Faito, luogo che le vittime non hanno mai potuto raggiungere. La comunità è invitata a partecipare per onorare la memoria delle vittime e per cercare insieme un senso a questa tragedia.

 


Articolo pubblicato il giorno 20 Aprile 2025 - 11:59



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