La Procura di Torre Annunziata ha avviato un’indagine approfondita sulla tragedia del Giovedì Santo, che ha scosso la comunità locale.
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Prelevata anche la scatola nera dell’impianto, un elemento cruciale per ricostruire la dinamica dell’incidente. Nella giornata di ieri, gli inquirenti hanno apposto i sigilli alla cabina di comando dell’impianto e hanno contestualmente disposto il sequestro degli uffici di Eav situati in piazza Unità d’Italia a Castellammare di Stabia.
Prelevata la “scatola nera” della funivia
Il sequestro degli uffici mira ad acquisire il “registratore di eventi” della funivia, una sorta di scatola nera tecnologica in grado di fornire una ricostruzione dettagliata delle fasi di viaggio delle cabine che collegano il centro stabiese alla vetta del Monte Faito, a 1.100 metri di altitudine. Questo dispositivo sarà cruciale per comprendere la dinamica degli eventi che hanno portato al disastro.
Le indagini si concentrano principalmente su due elementi chiave: la rottura del cavo traente, che era stato sostituito nel 2019, e il mancato funzionamento del freno d’emergenza.
Questi due aspetti sono al centro dell’inchiesta che mira ad accertare eventuali responsabilità legate alla manutenzione e alla sicurezza dell’impianto.
Indagini concentrate su sostituzione cavo e mancato funzionamento del freno
Gli agenti del commissariato di Castellammare e della squadra mobile, diretti da Giovanni Leuci, hanno già acquisito un ingente quantitativo di materiale, circa 15 faldoni di documenti e supporti informatici, che saranno ora sottoposti ad un’attenta analisi.
Dalle prime ricostruzioni, emerge che la funivia era stata oggetto di diversi interventi di manutenzione nel corso del tempo. Nel 2021, era stata affidata a una ditta specializzata una revisione quinquennale, mentre solo un mese fa era stata sostituita la fune di soccorso, danneggiata da un fulmine.
Prima della riapertura dell’impianto, avvenuta lo scorso 10 aprile, Eav aveva trasmesso all’Agenzia per la sicurezza Ansfisa (ANSFISA) tutta la documentazione relativa alla manutenzione e ai test effettuati.
Nonostante questi interventi, la tragedia si è consumata giovedì scorso, causando la morte del macchinista Carmine Parlato, dei coniugi britannici Margaret Elaine e Graeme Derek Winn, e della farmacista arabo-israeliana Janan Suliman. Il fratello di quest’ultima, Thabet Suliman, è rimasto gravemente ferito ed è l’unico sopravvissuto.
In arrivo gli avvisi di garanzia
Il pool di magistrati della Procura di Torre Annunziata, composto anche dai pubblici ministeri Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio, si appresta a nominare i periti che avranno il compito di effettuare una super perizia tecnica sull’impianto. Sono inoltre attese a breve le autopsie sui corpi delle vittime.
Al termine di questi accertamenti, potrebbero arrivare i primi avvisi di garanzia, un atto dovuto per consentire agli eventuali indagati di partecipare alle operazioni peritali e difendersi, aprendo così il cammino verso l’accertamento della verità giudiziaria sulla tragica vicenda del Giovedì Santo.
Articolo pubblicato il giorno 20 Aprile 2025 - 10:58