L’Associazione Luca Coscioni torna a puntare i riflettori sul tema del fine vita con una mobilitazione nazionale che, fino al 13 aprile, coinvolgerà l’Italia intera con una campagna informativa città per città.
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Al centro dell’iniziativa, i dati emersi da un accesso agli atti presentato in tutte le Regioni italiane per fare luce sulle richieste di suicidio assistito ricevute dalle ASL dal 2020, anno in cui la sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale (caso Cappato-Dj Fabo) ha reso legale la morte volontaria assistita, purché rispettate determinate condizioni.
In Campania, il quadro che emerge è critico: una sola persona risulta attualmente in attesa del via libera per accedere alla procedura. A riferirlo è l’ASL Napoli 3 Sud, che copre l’area vesuviana, la cintura sud e la penisola sorrentina.
“La richiesta è in fase di istruttoria”, spiega l’azienda sanitaria, precisando che il Comitato Etico Territoriale Campania 2 ha proposto l’istituzione di una Commissione Tecnica Multidisciplinare Permanente per verificare i requisiti, in linea con le sentenze della Corte Costituzionale (242/2019 e 135/2024).
Tuttavia, l’ASL sottolinea la necessità di un’autorizzazione regionale per procedere, un passaggio che ha spinto l’azienda a interpellare formalmente la Regione Campania. Ad oggi, la risposta tarda ad arrivare, lasciando il caso in un limbo burocratico.
51 richieste in Italia, ma i dati sono parziali
L’indagine dell’Associazione Luca Coscioni ha raccolto informazioni da 11 Regioni – tra cui Campania, Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Liguria, Marche, Abruzzo, Bolzano, Sicilia e Calabria – che hanno fornito dati, seppur con livelli di dettaglio diversi. In totale, sono 51 le richieste di suicidio assistito registrate finora a livello nazionale, con esiti variegati: alcune approvate, altre respinte, molte ancora in corso. Spiccano i numeri di Veneto (15 richieste), Lombardia (14) e Marche (7).
uttavia, molte ASL hanno scelto di non rispondere o di negare l’accesso ai dati, evidenziando una trasparenza a macchia di leopardo e tempistiche spesso incompatibili con le condizioni di salute dei richiedenti.
Il caso Galietta e l’appello alla Regione
In Campania, il caso di Galietta, 47enne di Montano Antilia affetto da atrofia muscolare spinale, è emblematico delle difficoltà incontrate. Nel marzo 2021, l’uomo aveva chiesto la verifica delle condizioni per il suicidio assistito, ma la lunga attesa lo ha spinto a optare per la sedazione palliativa profonda. Dopo due giorni, è morto.
“Un esempio tragico di come l’immobilismo burocratico possa negare diritti”, denunciano Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretaria nazionale e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
I due leader lanciano un appello alla Regione Campania: “La proposta di legge sul fine vita, depositata un anno fa e arrivata in Aula dopo il lavoro di un tavolo tecnico, è stata rinviata in Commissione Bilancio, nonostante non preveda spese. Il governatore De Luca, lo scorso 26 marzo, ha parlato di consultazioni con la Conferenza Episcopale e altre parti, dimenticando che in un Paese laico le norme spettano ai legislatori, non alla Chiesa. Chiediamo alla Campania di uscire dall’ambiguità politica e garantire un percorso chiaro e rispettoso dei diritti di chi soffre”.
Mobilitazione nazionale e una mappa per agire
La campagna dell’Associazione Luca Coscioni, che culminerà il 13 aprile, punta a sensibilizzare l’opinione pubblica e a spingere le istituzioni a colmare le lacune normative e procedurali. Una mappa dettagliata, disponibile online, indica le iniziative città per città, mentre il pressing sulle Regioni continua per ottenere dati completi e uniformi. In Campania, l’attesa di una risposta chiara resta il nodo cruciale per garantire dignità a chi, in condizioni di estrema sofferenza, reclama il diritto di scegliere.
Articolo pubblicato il giorno 8 Aprile 2025 - 14:37