Napoli– È scattata all’alba un’imponente operazione anticamorra nel quartiere Pianura, a Napoli. Undici persone sono finite in manette su ordine del Gip partenopeo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nell’ambito di un’inchiesta che ha ricostruito assetti e dinamiche criminali di due organizzazioni camorristiche in lotta per il controllo del territorio: il clan Marsicano-Esposito-Calone e il gruppo emergente riconducibile alla famiglia Carillo.
Tra gli arrestati figura Emanuele Bruno, 23 anni, ritenuto l’autore materiale – in concorso con altri soggetti ancora non identificati – dell’omicidio di Antonio Gaetano, esponente del clan Marsicano-Esposito, avvenuto nel marzo 2023 sul lungomare di Napoli. Gaetano, 20 anni, fu colpito da sei colpi d’arma da fuoco mentre si trovava in auto con due amici nella zona della movida cittadina. Morì in ospedale dodici giorni dopo.
Le indagini, coordinate dalla Squadra Mobile e dalla DDA, hanno documentato il contesto criminale in cui maturò l’agguato: una vera e propria guerra per il controllo dello spaccio e delle estorsioni a Pianura. Bruno, secondo gli inquirenti, era affiliato al gruppo Carillo, rivale dei Marsicano-Esposito.
Tra i destinatari delle misure cautelari anche Emanuele Marsicano, 27 anni, ritenuto baby boss dell’omonimo clan. Per un dodicesimo indagato, attualmente detenuto in Francia, si attende l’esecuzione di un mandato d’arresto europeo.
L’inchiesta ha permesso di ricostruire una fitta rete di attività illecite, tra cui il controllo di numerose piazze di spaccio nel quartiere, alcune delle quali già oggetto di documentazione giornalistica che ha immortalato gli indagati durante la cessione e il confezionamento di sostanze stupefacenti.
Gli inquirenti hanno inoltre sequestrato diverse armi da fuoco – tra cui la pistola usata per l’omicidio Gaetano – oltre a dosi di marijuana, hashish, cocaina e una somma di denaro contante, ritenuta provento dell’attività di spaccio. È emerso anche che un esponente apicale dei Marsicano-Esposito, all’epoca detenuto, gestiva parte delle attività del clan dall’interno del carcere attraverso un cellulare, impartendo ordini per estorsioni, “stese” e agguati.
L’operazione rappresenta un duro colpo ai clan che si contendono il controllo del quartiere di Pianura, teatro da mesi di una pericolosa escalation criminale.
Articolo pubblicato il giorno 14 Aprile 2025 - 14:19