Napoli – Mattinata di tensione al corso San Giovanni a Teduccio dove un’ambulanza del 118, intervenuta per soccorrere un’anziana paziente oncologica dipendente dall’ossigeno, è stata temporaneamente bloccata dalla produzione della nota serie televisiva “Gomorra”.
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Secondo quanto ricostruito, intorno alle ore 12, l’equipaggio del 118 è giunto sul posto in seguito a una richiesta di soccorso per la donna residente nella zona. Tuttavia, il loro accesso sarebbe stato ostacolato da membri della produzione cinematografica, i quali avrebbero chiesto di attendere la fine delle riprese di alcune scene in corso.
Nonostante una prima resistenza, i sanitari sono riusciti a raggiungere la paziente. L’intervento è stato però seguito dall’insistenza di alcuni membri della produzione, che sarebbero entrati nell’abitazione chiedendo informazioni sui tempi e persino le chiavi dell’ambulanza per spostarla. Ne è scaturita una discussione con la figlia dell’anziana, che ha immediatamente allertato il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli, il quale si è recato sul posto.
La paziente è stata infine trasportata al pronto soccorso di Villa Betania per accertamenti e successivamente dimessa.
“Un episodio di gravità inaudita”, ha commentato con fermezza il deputato Borrelli. “Non è assolutamente accettabile che la produzione di un film possa interferire nell’intervento del 118 ostacolando gli operatori. La trovo una cosa disumana. Per fortuna l’esito finale di questa vicenda non è stato drammatico, ma bisogna che la ribalta della nostra città, che diventa sempre più spesso set cinematografico, non interferisca con i servizi di emergenza che devono avere la priorità su tutto”.
La figlia della paziente, durante una diretta Facebook con Borrelli, ha espresso la sua indignazione: “Abbiamo dovuto intavolare una trattativa con questi signori mentre non sapevamo ancora cosa avesse mia madre.
Tutti chiedevano con insistenza che tempi ci volessero per riprendere a girare mentre la visita era ancora in corso. Dovevamo caricare la bombola di mia madre che vive attaccata all’ossigeno e alla fine il 118 ha deciso di trasportarla in ospedale. Di certo non li avevamo chiamati per uno sfizio, ma perché ne avevamo effettivamente bisogno”.
L’episodio solleva interrogativi sulla gestione delle riprese cinematografiche in contesti urbani e sulla priorità da garantire ai servizi di emergenza.
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