Napoli – Colpo di scena nella battaglia legale contro la movida notturna nel centro storico di Napoli. Il Tribunale, con una nuova sentenza, ha annullato l’ordinanza che imponeva ai gestori dei locali di adottare misure anti-rumore e al Comune di intervenire per limitare le emissioni sonore.
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La decisione di gennaio e il ribaltamento
Lo scorso 28 gennaio, il giudice unico del Tribunale di Napoli aveva accolto il ricorso di tre residenti, ordinando ai locali di dotarsi di vigilanza privata, dispositivi anti-rumore e di limitare le operazioni di carico e scarico merci dopo le 23.
Inoltre, aveva imposto al Comune di adottare misure per riportare le emissioni acustiche entro i limiti di tollerabilità. La sentenza prevedeva anche una sanzione di 5.000 euro al giorno per il ritardo nell’attuazione delle misure.
Le motivazioni del Tribunale
La IV Sezione civile del Tribunale ha però ribaltato la decisione, accogliendo le tesi dei gestori dei locali. Secondo i giudici, i residenti non hanno fornito prove adeguate del danno alla salute causato dalle emissioni acustiche.
“Non vi sono certificati medici che attestino che i ricorrenti, da quando sono iniziate le denunciate immissioni, abbiano subito un peggioramento delle loro condizioni di salute”, si legge nella sentenza. Inoltre, le testimonianze presentate sono state considerate “generiche e di scarso valore ai fini probatori”.
La questione dell’imminenza del pericolo
Il Tribunale ha anche contestato l’imminenza del pericolo, sottolineando che i residenti vivevano nella zona già dal 2020, quando furono rilasciate 35 autorizzazioni ai locali della movida. “Dunque – scrivono i giudici – le immissioni hanno avuto inizio con ogni probabilità all’incirca 4 anni fa”.
Conseguenze e reazioni
I residenti dovranno ora farsi carico di due terzi delle spese legali, mentre il restante terzo sarà a carico del Comune. Giovanni Citarella, del Comitato per la Vivibilità cittadina, ha commentato la sentenza come un “grave passo indietro nella tutela della salute dei cittadini”.
Nessun danno alla salute dimostrato. Residenti dovranno pagare le spese legali.Comitato per la Vivibilità cittadina: “grave passo indietro”.
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Articolo pubblicato il giorno 17 Aprile 2025 - 08:40