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Mondragone, omicidio alla stazione di servizio: confessa l’imprenditore fermato, “volevo solo disarmarlo”

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Mondragone  – Svolta nelle indagini sull’omicidio avvenuto ieri mattina presso la stazione di servizio Eni di Mondragone.

L’imprenditore 56enne Giovanni Pagliaro, titolare del mobilificio “Franchino”, ha confessato di aver sparato a Luigi Magrino, 41 anni, imprenditore di Cellole residente a Formia, ma ha fornito una sua versione dei fatti: “Volevo solo disarmarlo, la pistola ce l’aveva lui”. Pagliaro è ora detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere con l’accusa di omicidio.

La vittima, Luigi Magrino, titolare di un’attività di noleggio auto e già noto alle forze dell’ordine, è stato raggiunto da un singolo colpo di pistola mentre si trovava a bordo del suo Suv all’interno del perimetro del distributore di carburanti.

L’omicidio si è consumato sotto gli occhi terrorizzati di automobilisti, passanti e del gestore dell’impianto. Nonostante l’immediato allarme, i sanitari del 118 non hanno potuto fare altro che constatare il decesso di Magrino.

I Carabinieri del reparto territoriale di Mondragone, guidati dal tenente colonnello Antonio Bandelli, hanno avviato immediatamente le indagini, culminate con il fermo di Giovanni Pagliaro, titolare del mobilificio “Franchino” situato a poca distanza dal luogo del delitto.

L’uomo, dopo un lungo interrogatorio condotto dai militari dell’Arma alla presenza del sostituto procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Stefania Pontillo, è stato trasferito in carcere.

La ricostruzione e la difesa dell’arrestato

Secondo le prime risultanze investigative, sarebbe stato esploso un solo colpo d’arma da fuoco. Un elemento cruciale emerso è la dichiarazione di Pagliaro, il quale sostiene che la pistola utilizzata per uccidere Magrino fosse di quest’ultimo e che il suo intento fosse unicamente quello di disarmarlo.

Questa versione è attualmente al vaglio degli inquirenti, che hanno ascoltato numerosi testimoni presenti al momento dell’omicidio e acquisito le immagini dei sistemi di videosorveglianza della stazione di servizio e delle attività commerciali limitrofe.

Tra le ipotesi investigative figura quella di una violenta lite tra i due imprenditori, degenerata in una colluttazione durante la quale Pagliaro avrebbe tentato di sottrarre l’arma a Magrino, con conseguente sparo accidentale rivelatosi fatale. Tuttavia, gli inquirenti mantengono il massimo riserbo e non escludono al momento altre dinamiche.

Indagini a 360 gradi sul movente

L’area della stazione di servizio è stata posta sotto sequestro per i rilievi del RIS, mentre la salma di Luigi Magrino è stata trasferita all’istituto di medicina legale di Caserta per l’autopsia. Gli investigatori sono al lavoro per chiarire il movente dell’omicidio, analizzando gli affari e le relazioni personali di entrambi gli imprenditori. Tra le piste seguite, contrasti economici e presunti debiti o truffe.

Si cerca inoltre di accertare se l’incontro tra i due sia stato casuale o premeditato, elemento che potrebbe emergere dall’analisi delle telecamere e dalle testimonianze raccolte. Giovanni Pagliaro dovrà ora affrontare l’interrogatorio di garanzia davanti al gip, nel quale avrà l’opportunità di fornire ulteriori chiarimenti sulla sua versione dei fatti.

(nella foto il luogo dell’omicidio e nei riquadri a sinistra la vittima Luigi Magrino e a destra l’assassino Giovanni Pagliaro)


Articolo pubblicato il giorno 29 Aprile 2025 - 07:29


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