Ercolano – A 34 anni dal disastro della Moby Prince, la città di Ercolano si prepara a commemorare le 140 vittime della più grave tragedia della marina mercantile italiana in tempo di pace.
Punti Chiave Articolo
Tra i morti, sette erano ercolanesi, e la comunità non ha mai smesso di chiedere verità e giustizia.
Le commemorazioni in programma
Domani, mercoledì 10 aprile, la città renderà omaggio alle vittime con due momenti solenni:
Alle 9:15, il sindaco Ciro Buonajuto deporrà una corona di fiori a Palazzo di Città.
Alle 18:30, nella Basilica di Santa Maria a Pugliano, sarà celebrata una messa in suffragio, con un significato ancora più profondo: la chiesa è stata infatti scelta come sede giubilare per il Giubileo dei Marittimi, dedicato a chi lavora e vive in mare.
Una ferita ancora aperta
Quella notte del 10 aprile 1991, al largo del porto di Livorno, il traghetto Moby Prince si scontrò con la petroliera Agip Abruzzo, venendo avvolto dalle fiamme. Morirono tutti i passeggeri e l’equipaggio, tranne un sopravvissuto. Le cause della collisione restano ancora oggi controverse, tra errori umani, mancati soccorsi e possibili omissioni.
“A distanza di 34 anni, la nostra comunità non dimentica”, ha dichiarato il sindaco Buonajuto. “È un dovere morale ricordare, soprattutto oggi, a poche settimane dalla richiesta di archiviazione del caso. Noi continueremo a chiedere verità, a domandare cosa sia realmente accaduto quella notte.
Lo dobbiamo ai familiari delle vittime, lo dobbiamo alla nostra coscienza civica, che non può accettare il silenzio su una strage ancora avvolta dal mistero”.
Una battaglia per la verità che non si ferma
Nonostante il tempo trascorso, i dubbi e le polemiche non si sono sopiti. Le indagini si sono concluse più volte con archiviazioni, ma i familiari delle vittime e le istituzioni locali continuano a chiedere chiarezza.
La commemorazione di domani non sarà solo un momento di preghiera e raccoglimento, ma anche un nuovo appello alle istituzioni: perché quella notte di fuoco non resti senza risposte. Perché 140 nomi non siano dimenticati.
Articolo pubblicato il giorno 9 Aprile 2025 - 15:55