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Liberiamoci: il 25 aprile in piazza a Cava de’ Tirreni

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Il 25 aprile 1945 è la data che più ha segnato la storia moderna del nostro paese. Ottant’anni fa il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia ordinò l’insurrezione generale contro le forze occupanti nazifasciste e Milano e Torino furono le prime città a liberarsi.

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Nei giorni successivi, tutta la penisola venne finalmente liberata e venne detta la parola fine al conflitto mondiale ed alla dittatura fascista che lacerarono il nostro paese in ogni suo aspetto sociale ed economico. L’Italia ne uscì con le ossa rotte, ma all’insegna dell’antifascismo riuscì a rimettersi faticosamente in sesto, con un percorso che portò alla nascita della nostra Costituzione, che tutti i giorni difendiamo.

Il 25 aprile fu il risultato di una lunga lotta iniziata quasi due anni prima, quando, dopo l’armistizio di Cassibile dell’8 settembre 1943 che prevedeva la resa incondizionata dell’Italia agli alleati angloamericani, iniziò la lunga e dura lotta della Resistenza Partigiana. Comunisti, socialisti, liberali e cattolici si unirono per un solo obiettivo: rendere libera nuovamente l’Italia. Appare evidente e quasi inutile ripetere che il 25 aprile è e deve essere la festa di tutti gli italiani.

Da anni, però, il nostro governo si distingue per un atteggiamento quantomeno ambiguo nei confronti di uno dei giorni più importanti dell’anno per l’Italia. Chi la snobba, chi la minimizza, chi vorrebbe cambiarle nome, chi addirittura “scappa”, come la nostra premier Giorgia Meloni, che trascorrerà questa festa nazionale in Uzbekistan! Tutto questo è uno schiaffo alla memoria di chi si è sacrificato per noi ed una mancanza di rispetto. Noi, in quanto italiani, non dovremmo scappare dal 25 aprile, ma dovremmo celebrarlo, cantarlo, gridarlo, fino a quando la nostra voce lo permetta.

La Resistenza al giorno d’oggi è un tema più attuale che mai, basti pensare ai numerosi conflitti che straziano il pianeta terra e gli uomini. C’è resistenza ovunque ci sia un oppresso. C’è resistenza ogni volta sia presente uno sfruttato. C’è resistenza ogni volta che qualcuno lotti per la libertà.

Essere presidi territoriali antifascisti non è solo un esercizio di memoria, è una responsabilità collettiva quotidiana. È scegliere da che parte stare. È costruire legami, solidarietà, alternative concrete. L’odio, il razzismo, il sessismo, la violenza permangono nella nostra società ed è nostro compito diffondere, costruire, sostenere pratiche di solidarietà e di lotta che consegnino al nostro Paese un futuro migliore e non un ritorno a quel buio passato da cui siamo riusciti a venir fuori grazie al sacrificio di migliaia di uomini e donne che sulle montagne e nelle città difesero la nostra libertà.

Per questo motivo Spazio Pueblo – Cava de’ Tirreni, unitamente al Collettivo Studentesco Cavese, organizza un presidio antifascista venerdì 25 aprile a partire dalle ore 9:30 presso Piazza Abbro, affinché il sacrificio di chi ci ha liberato con la propria pelle non venga mai dimenticato: è nella libertà che l’uomo trova la propria dignità.

Programma della giornata:

· Distribuzione Spesa Solidale: l’importanza del mutualismo come pratica politica

· Assemblea Pubblica: spazio aperto per idee, confronto e proposte. Sono previsti due interventi dei portavoce dello Spazio Pueblo, Davide Trezza e Fabio Trezza, e di due membri del CSC

· Flash Mob


Articolo pubblicato il giorno 24 Aprile 2025 - 17:51



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