Giugliano – Militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari emessa dal G.I.P.
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I due arrestati, gravemente indiziati di tentato omicidio, porto abusivo di armi e spaccio di sostanze stupefacenti con l’aggravante del metodo mafioso, sono ritenuti responsabili di un violento regolamento di conti.
La denuncia falsa e lo scontro a fuoco
Le indagini sono partite dalla denuncia presentata da un cittadino albanese, ricoverato con ferite da arma da fuoco all’ospedale di Giugliano in Campania. L’uomo aveva inizialmente dichiarato di essere stato vittima di una rapina a mano armata sull’Asse Mediano, ma le successive verifiche hanno smascherato la sua versione.
Gli investigatori hanno infatti scoperto che l’episodio non era legato a una rapina, ma a un violento scontro a fuoco scaturito da un debito per una partita di droga. L’albanese, armato, si era recato a casa di un pregiudicato di Giugliano, legato a un clan camorristico, per risolvere la controversia. A quel punto, l’italiano gli avrebbe sparato diversi colpi di pistola, tre dei quali lo hanno colpito in punti vicini a organi vitali.
La fuga e il tentativo di depistaggio
Ferito, l’albanese è riuscito a fuggire, nascondendo l’arma prima di farsi ricoverare. Con una prognosi di 30 giorni, ha presentato una denuncia falsa per coprire il traffico di crack e cocaina che lo vedeva coinvolto insieme all’altro indagato.
Le misure cautelari
Accogliendo le richieste della Procura, il G.I.P. di Napoli ha disposto la custodia in carcere per entrambi, ritenendoli pericolosi e gravati da pesanti indizi di colpevolezza. L’operazione conferma l’impegno delle forze dell’ordine nel contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico, anche attraverso la collaborazione tra reparti specializzati.
Articolo pubblicato il giorno 3 Aprile 2025 - 11:43