Ercolano –L’organizzazione dedita allo spaccio di droga, con base tra Ercolano e Portici e ramificazioni fino a Napoli e alla Penisola Sorrentina, sgominata all’alba di ieri dai carabinieri della Compagnia di Torre del Greco aveva a disposizion e anche una raffineria di droga.
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L’inchiesta ha portato all’arresto di 12 persone, mentre un indagato è stato sottoposto al divieto di dimora in provincia di Napoli. Complessivamente, 41 soggetti risultano indagati, con 67 capi d’imputazione e oltre 500 episodi di spaccio contestati.
L’organizzazione aveva messo in piedi un sistema strutturato e capillare: abitazioni trasformate in laboratori per la raffinazione della cocaina in crack, pusher minorenni reclutati per spacciare nei vicoli di Ercolano e un sistema di riscossione delle tangenti imposto agli spacciatori.
Secondo gli inquirenti, il vertice del gruppo sarebbe stato guidato da Vincenzo Papillo detto vicienzo ‘o diavolo dai fratelli Ciro e Raffaele Bifolco, con la collaborazione di Rosa Guardavaccaro, detta Rosella moglie di Raffaele.
L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha fatto emergere anche possibili legami con la camorra, in particolare con il clan Ascione-Papale, anche se agli indagati non è stata contestata l’aggravante mafiosa.
L’attività investigativa, condotta tra il 2021 e il 2023, ha permesso di individuare 14 diverse piazze di spaccio, smascherando una rete ben organizzata e strutturata su più livelli, con ruoli ben definiti: capi zona, spacciatori, custodi della droga, contabili e persino chimici incaricati della trasformazione degli stupefacenti.
Uno dei punti cruciali dell’inchiesta è stata la scoperta di una raffineria di cocaina in crack a via Pugliano, risalente al 2022.
Le indagini si sono basate su migliaia di intercettazioni, pedinamenti e sequestri. Decisivo anche il contributo di un collaboratore di giustizia, Giovanni Montella, noto come “Giovannone”, ex ras della droga, che ha rivelato i nomi dei principali fornitori delle piazze di spaccio: Vincenzo Papillo e Raffaele Bifolco.
La struttura dell’organizzazione criminale era altamente sofisticata: in alcune circostanze la droga veniva recapitata a domicilio o spostata attraverso piazze di spaccio itineranti. Il pagamento avveniva anche con bonifici su carte prepagate, per ridurre il rischio di controlli sui pusher.
L’inchiesta ha svelato anche episodi di estorsione nei confronti di spacciatori che si rifornivano dal gruppo. Il giudice per le indagini preliminari, Nicoletta Campanaro, ha descritto il gruppo come una struttura organizzata con un modello “aziendalistico”, basato su minacce e intimidazioni per mantenere il controllo sullo spaccio.
Uno dei casi più emblematici riguarda un tentativo di estorsione ai danni di un capo zona del centro storico, costretto a pagare quasi 3.000 euro di debito.
Ecco i nomi delle 12 persone finite in carcere:
Ciro Bifolco (21/06/1973, Torre del Greco)
Raffaele Bifolco (20/11/1976, Napoli)
Francesco Ciotola (19/05/1990, Torre del Greco)
Carlo De Maio (31/10/1985, Torre del Greco)
Salvatore Del Prete (11/07/1985, Torre del Greco)
Giacomo Esposito (10/08/1990, Massa di Somma)
Giovanni Guida (28/01/1982, Torre del Greco)
Salvatore Gargiulo (08/11/1989, Lanusei)
Antonio Madonna (06/02/1990, San Giorgio a Cremano)
Vincenzo Nocerino (25/07/1996, Torre del Greco)
Salvatore Oliviero (07/01/1983, Torre del Greco)
Vincenzo Papillo (30/07/1974, Napoli)
L’inchiesta ha smantellato una delle più grandi reti di spaccio della provincia di Napoli, mettendo fine a un traffico che riforniva di droga l’intero territorio vesuviano e la Costiera Sorrentina.
(nella foto Vincenzo Papillo e Ciro Bifolco)
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