Castellammare di Stabia – Una statua di inestimabile valore, una provenienza controversa e una rogatoria internazionale ancora in corso.
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È la storia del Doriforo di ca, la celebre copia romana dell’originale greco di Policleto (440 a.C.), finita al centro di un giallo internazionale dopo il suo ritrovamento negli anni ’70. Oggi l’Archeoclub d’Italia rilancia l’appello: “È ora di riportarlo a casa”.
Le origini del caso: Monaco, Usa e il mercato nero
Tutto ebbe inizio nel 1980, quando l’Antikenmuseum di Monaco di Baviera espose una statua alta 196 cm, scolpita nello stesso marmo pentelico del Partenone. La didascalia recitava: “Doryphoros aus Stabiae”, confermando l’origine stabiese. Ma come era arrivata lì?
Secondo il prof. Umberto Pappalardo, autore di un approfondito articolo su Archeologia Viva (2001), la statua sarebbe stata scavata illegalmente a Castellammare nel 1976, durante i lavori per le fondamenta di un edificio. Invece di essere consegnata alla Soprintendenza, finì nelle mani di un noto antiquario romano, per poi sparire nel mercato clandestino.
Dopo il rifiuto dell’acquisto da parte del museo tedesco – anche grazie alle denunce su Il Resto del Carlino e Frankfurter Allgemeine Zeitung – il Doriforo riapparve negli anni ’80 al Minnesota Museum of Art, questa volta con una nuova provenienza: “in the sea off Italy”, come se fosse stata recuperata in acque internazionali. Una storia, insomma, dai contorni oscuri.
L’impegno dell’Archeoclub e la rogatoria internazionale
“Non potevamo lasciare che questa vicenda cadesse nell’oblio”, racconta Vincenzo Esposito, presidente dell’Archeoclub d’Italia sede di Castellammare. Nel 2019, l’associazione organizzò un convegno con Pappalardo, riaccendendo i riflettori sul caso. L’evento ebbe un’eco mediatica tale da spingere la senatrice Margherita Corrado e altri parlamentari a presentare un’interrogazione al Ministro della Cultura nel 2020.
La svolta arrivò nel 2021, con il servizio di Sky Tg24 nel programma “Trafug’Arte”, condotto da John Pedeferri. Pochi mesi dopo, il 18 gennaio 2022, la Procura di Torre Annunziata avviò una rogatoria internazionale per il recupero della statua.
Un silenzio che pesa: l’appello alle istituzioni
“Ora serve un’azione decisa”, afferma Massimo Santaniello, socio fondatore dell’Archeoclub. “Il Doriforo deve tornare al Museo Archeologico di Stabia Libero d’Orsi, dove può essere ammirato nel suo contesto storico”.
La palla è ora nelle mani delle autorità italiane, chiamate a chiudere una vicenda che dura da oltre 40 anni. Perché, come ricorda l’Archeoclub, la memoria di un patrimonio rubato non può svanire nel mare del silenzio.
Articolo pubblicato il giorno 12 Aprile 2025 - 12:59