Campania, Carabinieri in Azione: Stretta su Smartphone e Tablet alla Guida, Ma manca il Buon Senso!
È scattata una vera e propria stretta in #Campania da parte delle forze dell’ordine, in particolare dei #Carabinieri, contro l’uso di dispositivi elettronici come #smartphone e tablet alla guida di #auto e #scooter.
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Nelle ultime settimane, i controlli si sono intensificati in comuni come Torre del Greco e Castellammare di Stabia, dove sono arrivate segnalazioni di cittadini fermati, multati e persino con la patente sospesa. Ma non mancano le polemiche: molti automobilisti sostengono di essere stati sanzionati per un uso indiretto dei dispositivi, come ascoltare musica o messaggi in vivavoce, sollevando dubbi sull’applicazione rigida delle norme.
L’operazione dei Carabinieri si basa sull’articolo 173, commi 2 e 3, del Codice della Strada, che vieta l’uso di dispositivi elettronici durante la guida, salvo l’utilizzo di sistemi vivavoce o auricolari che non richiedano l’uso delle mani. Le sanzioni sono severe: si parte da una multa minima di 250 euro, che può arrivare a 1.000 euro, con sospensione della patente da 15 giorni a 3 mesi in caso di recidiva, e una decurtazione di punti che va da 8 a 10. Se l’uso del dispositivo causa un incidente, i tempi di sospensione raddoppiano [Fonte: www.unionesarda.it] (http://www.unionesarda.it]).A Torre del Greco e Castellammare di Stabia, i cittadini raccontano di posti di blocco frequenti, con automobilisti fermati per controlli mirati. “Stavo ascoltando musica con il vivavoce, non stavo toccando il telefono”, ci racconta Antonio, 35 anni, di Castellammare, multato con 250 euro e la patente ritirata per 15 giorni. “Capisco la sicurezza, ma così mi sembra eccessivo”. Storie simili arrivano da Torre del Greco, dove una donna ha riferito di essere stata sanzionata per aver avuto il telefono in mano, anche se non lo stava usando attivamente.
L’iniziativa delle forze dell’ordine è comprensibile: l’uso di dispositivi elettronici alla guida è una delle principali cause di incidenti, diretti e indiretti, in Italia. Secondo l’Istat, la distrazione da smartphone è tra i fattori più frequenti negli incidenti stradali, con l’Italia che registra 55 morti per milione di abitanti all’anno, un dato tra i più alti in Europa occidentale [Fonte: www.thelocal.it] (http://www.thelocal.it]). L’introduzione di norme più severe nel Codice della Strada, come l’aumento delle multe e la sospensione della patente, ha l’obiettivo di educare gli automobilisti a un uso corretto e responsabile, promuovendo una cultura della sicurezza.
Tuttavia, emerge un problema di applicazione: molti automobilisti lamentano una mancanza di buon senso da parte delle forze dell’ordine. Non tutti i casi sono uguali: c’è chi usa il telefono per chattare o navigare, comportamenti chiaramente pericolosi, e chi, invece, lo tiene in mano per un uso indiretto, come ascoltare musica o rispondere a un messaggio in vivavoce.
La sanzione, però, è la stessa: multa e ritiro immediato della patente, uno strumento di lavoro fondamentale per molti. “Immaginate un bravo guidatore, con zero infrazioni, massimo dei punti sulla patente, che indossa la cintura e rispetta le regole”, racconta Marco, un tassista di Torre del Greco. “Se per un momento di distrazione tiene il telefono in mano senza usarlo, si ritrova senza patente per 15 giorni. È giusto? Dove sta il buon senso da parte delle forze dell’Ordine ?”.
La sicurezza stradale è una priorità, ma forse sarebbe utile un approccio più equilibrato. Prima di procedere con sanzioni così pesanti, i Carabinieri potrebbero verificare il profilo del guidatore: chi ha un curriculum impeccabile, senza multe pregresse e con un comportamento rispettoso, potrebbe essere avvertito anziché sanzionato, soprattutto se l’infrazione è lieve e non rappresenta un pericolo reale per la viabilità.
Premiare i bravi cittadini, piuttosto che punirli indiscriminatamente, potrebbe incentivare un rispetto più consapevole delle regole. La stretta in Campania dimostra la volontà delle forze dell’ordine di affrontare un problema reale, ma l’applicazione rigida delle norme rischia di penalizzare anche chi non rappresenta un pericolo. Serve un bilanciamento tra sanzioni ed educazione, per garantire che la sicurezza stradale non diventi un pretesto per punizioni eccessive.
A peggiorare la situazione, c’è un problema di comunicazione e gestione burocratica. La Prefettura della provincia in cui viene fatta la multa non notifica immediatamente la durata della sospensione: dopo il periodo consentito dalla legge per chi vuole fare opposizione o altro, passano giorni prima che il cittadino sappia per quanto tempo non potrà guidare. Inoltre, la procedura per riottenere la patente sta creando un ulteriore stress alle forze dell’ordine, già oberate : si trovano a gestire un flusso di richieste di chiarimenti e restituzioni, ma la carenza di personale crea ritardi e grattacapi.
Questo sovraccarico burocratico potrebbe essere evitato con un approccio più funzionale: il buon senso potrebbe fare una “scrematura” tra gli automobilisti realmente pericolosi, che usano i dispositivi in modo inappropriato, e quelli che, invece, possono essere avvertiti verbalmente. Fermare un guidatore, verificarne il profilo e, se si tratta di un bravo automobilista, limitarsi ad un avvertimento sull’uso indiretto non consentito, potrebbe alleggerire il sistema e premiare chi guida responsabilmente.
Quello che arriva ai cittadini, però, è un messaggio diverso: un’applicazione rigida delle norme che sembra più orientata a “far cassa” che ad educare creando sfiducia verso le forze dell’ordine. I Carabinieri ad esempio spesso intervengono con buonsenso in situazioni delicate, come salvare vite o proteggere i cittadini, dimostrando equilibrio e sopratutto tanta umanità. Ma lo stesso approccio dovrebbe valere anche per sanzioni così pesanti come la sospensione della patente. Premiare i bravi cittadini, magari con un avvertimento per infrazioni lievi e non pericolose, piuttosto che punirli indiscriminatamente, potrebbe incentivare un rispetto più consapevole delle regole. La sicurezza stradale è una priorità, ma serve un bilanciamento tra sanzioni ed educazione, per evitare che i controlli diventino un incubo per chi non rappresenta un pericolo.
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