Cinque condanne con rito abbreviato: è il primo duro colpo giudiziario inflitto alla cosiddetta paranza del clan Marigliano, accusata di aver seminato il terrore alle Case Nuove, a Napoli, per prendere il controllo degli affari criminali nella zona.
Il gruppo armato, a gennaio 2024, aveva aperto il fuoco con un fucile d’assalto in via Antonio Toscano, ferendo due persone tra la folla. Un’azione spietata, che solo per caso non si è trasformata in una strage.
Il gip del Tribunale di Napoli, accogliendo le richieste della Direzione Distrettuale Antimafia, ha emesso le seguenti condanne:
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Gennaro Leone: 13 anni e 4 mesi
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Giuseppe Marigliano: 13 anni e 4 mesi
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Ovalle Jennssi Ortega: 13 anni e 4 mesi
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Antonio Sorrentino: 4 anni e 8 mesi
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Angelo Esposito: 3 anni e 8 mesi
I cinque erano accusati a vario titolo di detenzione di armi da guerra e tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso. In particolare, Marigliano e Ortega sono stati ritenuti responsabili del ferimento del 18enne Nicola Giuseppe Moffa e della 68enne Adele V., colpiti rispettivamente a una gamba e al gluteo durante la sparatoria.
La svolta investigativa è arrivata in tempi record: grazie alle telecamere e a fonti confidenziali, gli investigatori della Squadra Mobile riuscirono a rintracciare e bloccare otto sospettati in un appartamento a Poggioreale, poche ore dopo l’agguato.
Lo stesso Moffa, pochi giorni dopo l’attentato, venne arrestato con l’accusa di un’altra sparatoria, segno di una faida criminale senza fine, esplosa nel 2021 contro esponenti legati al clan Contini. Una spirale di violenza che continua a insanguinare le strade del centro città, come confermato dai recenti agguati che, in meno di 48 ore, hanno provocato altri tre feriti.
La sentenza, sebbene non definitiva, rappresenta un primo passo concreto nella repressione della faida alle Case Nuove. Restano da verificare le prossime mosse legali della difesa: non si esclude il ricorso in appello.
Articolo pubblicato il giorno 18 Aprile 2025 - 07:03