ROMA – Un gesto forte, simbolico ma carico di significato: l’Associazione Italiana Arbitri (AIA) ha oscurato nella giornata di ieri il proprio sito ufficiale, sostituendone la homepage con un’immagine che richiama la non violenza.
Una protesta silenziosa ma potente contro l’ennesima aggressione subita da un arbitro, avvenuta in Sicilia durante una partita del campionato Under 17. Un episodio solo ultimo di una lunga e allarmante serie di violenze che hanno colpito direttori di gara in tutta Italia, dalla Campania al Veneto, passando per Lazio e altre regioni.
A scatenare la reazione dell’AIA è stata l’aggressione avvenuta allo stadio “Luigi Averna” di Riposto, durante la sfida playoff tra Russo Sebastiano Calcio e Pedara. Un arbitro giovanissimo è stato brutalmente colpito con calci e pugni, un’aggressione tanto vile quanto ingiustificabile, che ha suscitato l’indignazione di tutto il mondo sportivo.
“È una situazione ormai inaccettabile”, ha dichiarato con fermezza il presidente dell’AIA Antonio Zappi. “Queste incresciose aggressioni ai nostri arbitri, spesso ragazzi giovanissimi, picchiati da persone che per età potrebbero esserne i genitori solo per un fuorigioco o un rigore, devono essere oggetto di una profonda riflessione. Non si tratta più soltanto di sport: è un problema sociale che tutta la società civile deve affrontare con decisione.”
A fargli eco è Sandro Morgana, presidente del Comitato Regionale della Lega Nazionale Dilettanti, che ha espresso pubblicamente la propria ferma condanna per quanto accaduto: “Un attacco vergognoso che ci riporta indietro, che getta un’ombra su tutto il movimento calcistico siciliano proprio alla vigilia del Torneo delle Regioni. L’arbitro è ora a casa dopo le prime cure, ma resta una ferita morale profonda”.
Morgana, che ha incontrato personalmente il giovane direttore di gara, ha ribadito la necessità di risposte chiare e immediate: “Confido in provvedimenti rapidi e severi. È il momento di dare un segnale forte e univoco: lo sport deve essere luogo di rispetto e sano agonismo, mai teatro di violenza. Chi aggredisce un arbitro, aggredisce il calcio stesso.”
Intanto, le forze dell’ordine hanno già avviato le indagini sull’episodio, acquisendo video e testimonianze che potrebbero portare all’identificazione dei responsabili. La reazione dell’AIA è solo l’inizio di una presa di posizione che punta a scuotere istituzioni e opinione pubblica. Il messaggio è chiaro, e riecheggia forte dalla homepage oscurata dell’associazione: “Questo non è calcio. Questo non è sport.”
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