Dopo 33 anni dalla confisca, l’ex cementificio dei clan Nuvoletta e Polverino di Quarto si prepara a una rinascita.
La struttura, tristemente nota per aver fornito cemento di scarsa qualità a imprese edili spesso legate alla camorra, verrà trasformata in un centro culturale polifunzionale con cavea teatrale e musicale.
Un passato oscuro: il cemento dei clan e le sue conseguenze
Dalle indagini è emerso che il cemento prodotto nell’impianto di via Marmolito veniva utilizzato per la costruzione di edifici, spesso realizzati dalle stesse imprese controllate dai clan.
“Gli imprenditori edili erano costretti a rivolgersi al clan per poter costruire, altrimenti subivano atti intimidatori”, ha dichiarato al Tg Campania, Maria Virgilio, Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile dei Carabinieri di Napoli. Un imprenditore che si era rifiutato di utilizzare il cemento scadente era stato vittima di un agguato.
L’ombra del cemento scadente: rischi per la stabilità degli edifici
La trasformazione dell’ex cementificio in un centro culturale non cancella le preoccupazioni sulla stabilità degli edifici costruiti con il cemento di scarsa qualità fornito dai clan. Il timore è che anche le costruzioni realizzate nelle aree del bradisismo possano essere a rischio.
“In quegli anni, tra Marano, Calvizzano e Quarto, costruivano solo le aziende riconducibili ai Polverino”, ha affermato Giuseppe Visone, sostituto procuratore della DDA di Napoli, lasciando intendere che il cemento scadente potrebbe essere stato utilizzato anche in interventi edilizi post-bradisismo.
Articolo pubblicato il giorno 24 Marzo 2025 - 17:25