Nell’aula bunker del carcere di Santa Maria Capua Vetere, il maxi-processo che vede coinvolti 105 imputati, tra cui agenti di polizia penitenziaria, funzionari del Dap e medici dell’Asl, ha portato alla luce nuove controversie riguardanti la gestione delle prove video relative alla protesta dei detenuti del 5 aprile 2020.
Tagli ai video: un vulnus per la difesa?
Durante la fase di indagini preliminari, il consulente della Procura ha effettuato dei tagli ai video della protesta, avvenuta nel reparto Nilo del carcere e scaturita dalla notizia della positività al Covid di un detenuto. Secondo le difese degli imputati, tali tagli avrebbero privato i legali di dettagli cruciali, come i frame in cui si vedono i detenuti trasformare le gambe dei tavolini in bastoni.
Accusa e difesa: due versioni contrastanti
Per i pm, la protesta del 5 aprile non fu una rivolta violenta, ma una normale manifestazione con barricamento. Gli oggetti sequestrati il giorno successivo, come spranghe e bastoni, sarebbero stati preparati dagli stessi agenti per giustificare la perquisizione e sviare le indagini sulle violenze.
La difesa, al contrario, sostiene che i detenuti diedero vita a una vera e propria rivolta, armandosi con strumenti pericolosi. I video integrali, che mostrano i detenuti brandire le gambe dei tavoli, sarebbero stati fondamentali per la loro strategia difensiva, ma non sarebbero stati resi disponibili in tempo utile.
Il consulente della Procura: “Tagli su input dei Carabinieri per la mole di materiale”
Il consulente della Procura, Pietro Izzo, ha confermato in aula di aver effettuato i tagli ai video su richiesta della polizia giudiziaria (Carabinieri), a causa dell’enorme quantità di materiale da visionare in tempi ristretti.
La questione dei cellulari sequestrati
Un’ulteriore problematica riguarda i cellulari degli imputati, sequestrati durante le indagini. Un perito nominato dalla Corte d’Assise è al lavoro per bonificare i dispositivi da chat e immagini private, al fine di tutelare la privacy degli imputati.
La Procura aveva depositato le copie dei cellulari senza eliminare il materiale personale, costringendo la Corte a restituire i dispositivi e nominare un proprio perito.
Il caso del cellulare della Commissaria Costanzo
In merito al cellulare della Commissaria Anna Rita Costanzo, è emerso che i consulenti hanno effettuato due accessi, non a causa di una presunta cancellazione di chat, ma a causa di un blocco del dispositivo, come dimostrato dal suo legale.
Ecco le previsioni astrali per oggi, 8 aprile 2025, con un focus dettagliato su amore,… Leggi tutto
Cristian Stellini, vice di Antonio Conte sulla panchina del Napoli, non si nasconde dopo il… Leggi tutto
È stato lui a far esplodere il Dall’Ara: con una giocata istintiva e geniale, Dan… Leggi tutto
Soddisfatto, grintoso e con la consueta voglia di alzare l’asticella: dopo il pareggio per 1-1… Leggi tutto
Bologna– Momenti di tensione si sono registrati nelle vicinanze dello stadio Dall’Ara poco prima del… Leggi tutto
Nel posticipo della 31ª giornata di Serie A, il Bologna di Vincenzo Italiano rallenta la… Leggi tutto
Leggi i commenti
E' un situazion complicata quela del processo, ci sono molte cose che non tornano, i video tagliati sembrano non essere giusti per la difesa. I detenuti meriterebbero un processo piu' equo, ma le prove sembrano confuse.