Si è spento domenica mattina, stroncato da un infarto fulminante, Carmine Gallo, 66 anni, ex dirigente di Polizia tra i più stimati d’Italia, recentemente finito nel vortice dell’inchiesta sulla presunta rete di cyber spie legata alla società Equalize.
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Gallo, che era originario di Gragnano si trovava nella sua abitazione a Garbagnate Milanese con la moglie, era in attesa di essere riconvocato dai magistrati per l’udienza del 19 marzo davanti al Tribunale del Riesame, dove si sarebbe discusso dell’appello della Procura per l’inasprimento delle misure cautelari nei suoi confronti. Ora i magistrati hanno disposto l’autopsia sul corpo dell’ex poliziotto, la cui carriera è stata segnata da successi eclatanti ma anche da ombre giudiziarie.
Una carriera da “superpoliziotto”
Carmine Gallo, originario di Gragnano (Napoli), aveva indossato la divisa nel 1978, iniziando un percorso che lo avrebbe portato a diventare uno dei volti più noti della lotta alla criminalità organizzata. Dopo un periodo alla sezione antiterrorismo della Digos di Milano, si era specializzato nella lotta alla ‘ndrangheta e nei sequestri di persona. Tra i suoi successi più celebri, la risoluzione del caso Maurizio Gucci, con l’arresto di Patrizia Reggiani, la vedova mandante dell’omicidio, e la liberazione di Alessandra Sgarella, l’imprenditrice rapita e tenuta prigioniera per nove mesi in Calabria nel 1998.
Gallo è stato anche l’artefice del pentimento del boss Saverio Morabito, le cui confessioni hanno portato all’operazione Nord-Sud del 1993, con l’arresto di circa 200 persone. Non solo: ha contribuito alla cattura del killer Michele Profeta e alla liberazione di Cesare Casella, il 18enne sequestrato a Pavia e tenuto prigioniero in Aspromonte per due anni.
Il suo ultimo incarico in Polizia, prima del pensionamento nel 2018, è stato quello di vicedirigente del commissariato di Rho-Pero, dove nel 2015 aveva gestito la sicurezza dei capi di Stato durante l’Expo di Milano.
Le ombre dell’inchiesta Equalize
Dopo il ritiro, Gallo era entrato nel settore privato, stringendo un rapporto con Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera Milano e fondatore di Equalize, società al centro dell’indagine che lo ha travolto. Secondo le accuse della Dda e della Dna, Gallo sarebbe stato il presunto capo di una rete di cyber spie che, su commissione, avrebbe realizzato dossier illegali su personalità di spicco, inclusi politici e alte cariche dello Stato.
L’ipotesi è che alcuni esponenti delle forze dell’ordine fossero stati retribuiti per accedere a banche dati riservate, utilizzate poi per confezionare report per clienti facoltosi. Gallo, agli arresti domiciliari da mesi, si è sempre dichiarato innocente, definendosi un “servitore dello Stato”. Tuttavia, non avrà più l’opportunità di difendersi in tribunale.
Un addio improvviso
La morte di Gallo arriva in un momento delicato, mentre l’inchiesta proseguiva verso nuove tappe giudiziarie. La sua scomparsa lascia un vuoto non solo nella sua famiglia, ma anche nel mondo delle forze dell’ordine, dove il suo nome rimane legato a imprese memorabili, ma anche a controversie recenti.
Ora, mentre i magistrati approfondiscono le cause del decesso, resta il ricordo di un uomo che ha dedicato la vita alla lotta contro il crimine, finendo però invischiato in una delle indagini più oscure degli ultimi anni.
Articolo pubblicato il giorno 10 Marzo 2025 - 06:53