Brusciano – Una pioggia di condanne si è abbattuta sui vertici e gli affiliati del clan Piacente-Rega, la cosca che gestiva il traffico di droga nel complesso residenziale delle “219” di Brusciano.
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Il tribunale di Napoli, al termine del processo di primo grado celebrato con rito abbreviato, ha inflitto 38 condanne, per un totale di quasi 350 anni di carcere, accogliendo in pieno le richieste della Procura.
La “zarina” del narcotraffico
Tra i condannati spicca Tiziana De Donato, moglie del boss Bruno Piacente, già detenuto. La donna, secondo gli inquirenti, aveva assunto il controllo dell’organizzazione, gestendo con pugno di ferro la piazza di spaccio delle “219”, considerata una delle più redditizie della Campania. Il giro d’affari del clan era stimato in centinaia di migliaia di euro, provento di un’attività di spaccio capillare e ben strutturata.
Lusso ostentato e controllo del territorio
Il potere del clan, si manifestava attraverso un tenore di vita sfarzoso: auto di lusso, ville arredate con gusto, viaggi esclusivi, feste sontuose e investimenti in attività commerciali e immobiliari. Un lusso ostentato, utilizzato per affermare il controllo sul territorio e intimidire i residenti, ai quali era persino impedito il libero accesso alle proprie abitazioni.
Un duro colpo alla criminalità organizzata
La sentenza, anticipa oggi dal Il Roma in edicola, rappresenta un duro colpo per la criminalità organizzata dell’hinterland napoletano. Le indagini, condotte con meticolosità, hanno permesso di smantellare un’organizzazione che, per anni, ha gestito il traffico di droga e oppresso la comunità di Brusciano.
Articolo pubblicato il giorno 11 Marzo 2025 - 14:07