Ischia – Presentato ufficialmente il nuovo Piano Paesaggistico regionale dell’isola d’Ischia, frutto della collaborazione tra Regione Campania, Ministero della Cultura e amministrazioni locali.
L’incontro, svoltosi presso il Museo Diocesano di Ischia Ponte, ha segnato un passaggio cruciale per il futuro urbanistico dell’isola, alle prese con la ricostruzione post-calamità e la sfida della riqualificazione del territorio.
A illustrare i dettagli del piano è stato Bruno Discepolo, assessore regionale all’Urbanistica, il quale ha sottolineato che il nuovo strumento normativo, atteso da oltre trent’anni, stabilisce regole chiare per la ricostruzione e la sicurezza dei territori colpiti, fornendo indicazioni operative ai Comuni.
Discepolo ha evidenziato l’unicità del piano rispetto ad analoghi strumenti adottati in Italia, grazie alla sua dimensione sovracomunale.
Critiche dai sindaci: “Rischiamo il blocco totale”
Se da un lato il soprintendente Mariano Nuzzo ha difeso il piano come un esempio di “protezione dinamica del paesaggio”, che mira a valorizzare il territorio senza vincoli eccessivamente rigidi, i sindaci isolani hanno espresso forti perplessità.
Secondo i primi cittadini, il piano potrebbe ostacolare la ricostruzione e lo sviluppo edilizio, sia pubblico che privato. Giosi Ferrandino, sindaco di Casamicciola Terme, ha parlato di un eccesso di vincoli, già rivelatosi inefficace in passato: “Il vecchio piano ha fallito proprio perché troppo rigido. Se ripetiamo lo stesso errore, non possiamo aspettarci nulla di buono”.
Dello stesso parere Giacomo Pascale, sindaco di Lacco Ameno, che auspica una sintesi tra tutela e possibilità di intervento: “Se tutela significa bloccare tutto, non vediamo alcun passo avanti”. Irene Iacono, primo cittadino di Serrara Fontana, ha invece sottolineato la necessità di un piano che tenga conto anche delle esigenze economiche del territorio.
Ricostruzione e paesaggio: il nodo da sciogliere
Ad accendere il dibattito è stato anche il Commissario Straordinario per la Ricostruzione, Giovanni Legnini, che ha sollecitato un coordinamento efficace tra il piano paesaggistico e quello di ricostruzione, per evitare conflitti normativi: “Se blocchiamo tutto, non tuteliamo, anzi peggioriamo la situazione. La qualità paesaggistica migliora solo consentendo interventi mirati di riqualificazione e armonizzazione”.
La sfida ora sarà trovare un equilibrio tra conservazione del paesaggio e sviluppo del territorio, con un dialogo costruttivo tra istituzioni e comunità locali.
Articolo pubblicato il giorno 28 Marzo 2025 - 15:27