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ULTIMO AGGIORNAMENTO : 21 Marzo 2025 - 06:40
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Corruzione al Parlamento Europeo, il legame con Huawei e il ruolo di Martusciello

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Caserta – Un mandato d’arresto europeo, partito da Bruxelles e giunto all’alba di ieri a Caserta, ha portato all’arresto di Lucia Simeone, segretaria storica di Fulvio Martusciello, capodelegazione di Forza Italia al Parlamento europeo.

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Le accuse sono pesanti: associazione a delinquere, riciclaggio e corruzione. Sebbene non vi sia ancora una conferma ufficiale sull’indagine, le prime informazioni suggeriscono un legame con il caso Huawei, il nuovo presunto scandalo di corruzione che sta scuotendo il Parlamento europeo, con dinamiche che ricordano da vicino il Qatargate.

Dopo i quattro lobbisti legati al colosso cinese delle telecomunicazioni finiti nelle carceri belghe, Simeone sarebbe la prima esponente del mondo politico Ue a essere coinvolta nella rete dell’inchiesta.

Fermata in un bed and breakfast a Marcianise, a circa trenta chilometri dalla sua Ercolano, è stata trasferita nel carcere di Secondigliano, in attesa dell’interrogatorio di garanzia fissato per sabato davanti alla giudice Corinna Forte della Corte d’appello di .

“Vorrei capire di cosa rispondiamo, dove e quando si sono verificati i fatti: il minimo indispensabile per potersi sottoporre all’interrogatorio”, ha dichiarato l’avvocato di Simeone, Antimo Giaccio, che ha lamentato la mancanza di dettagli da parte della magistratura italiana, definendo il provvedimento “striminzito”. Il difensore ha tenuto a precisare che la sua assistita era “solo una mera esecutrice di ordini, una segretaria”.

Il legame con Huawei e il ruolo di Martusciello

L’inchiesta, ancora nelle sue fasi iniziali, ruota attorno al presunto giro di tangenti, regali e favori orchestrato da Valerio Ottati, italo-belga alla guida degli affari Ue di Huawei, per orientare la politica europea a favore degli interessi cinesi. I sospetti degli inquirenti belgi si concentrano sul possibile coinvolgimento di ex e attuali eurodeputati e assistenti parlamentari.

Con l’arresto di Simeone, il cerchio sembra stringersi attorno a Fulvio Martusciello, sebbene il capodelegazione di Forza Italia non risulti formalmente indagato. Tuttavia, il suo nome era già emerso in relazione a una lettera datata 4 gennaio 2021, firmata da diversi parlamentari europei – tra cui Patriciello e Milazzo (Fi), Dorfman (Südtiroler Volkspartei), Ferrandino (Azione) e i rumeni del Ppe Busoi e Buda – e redatta, secondo diverse fonti, dallo stesso Ottati.

La missiva, indirizzata ai vertici della Commissione Ue, chiedeva di escludere il 5G dal dibattito politico, evitando il bando delle apparecchiature cinesi dalle infrastrutture europee.

Una richiesta che, tuttavia, è caduta nel vuoto: il 15 giugno 2023, Bruxelles ha infatti raccomandato ai Ventisette di escludere Huawei e Zte dalle loro reti, considerandole ad alto rischio per la sicurezza nazionale.

Il silenzio del Belgio e le ipotesi sulle indagini

Nel corso della giornata, l’assenza di comunicazioni ufficiali dal Belgio ha alimentato speculazioni su un possibile legame tra l’arresto di Simeone e l’indagine sui rimborsi gonfiati, che vede nel mirino della Procura europea anche Martusciello e l’eurodeputato di Azione, Giosi Ferrandino. Tuttavia, fonti interne alla European Public Prosecutor’s Office (Eppo) hanno smentito questa ipotesi, escludendo di aver emesso mandati d’arresto in relazione a tale inchiesta.

Intanto, il Ppe, la famiglia europea di Forza Italia, ha scelto la linea della prudenza. “Ci sarà massima collaborazione con la giustizia, ma se qualcuno ha violato le regole dovrà assumersene la responsabilità”, è la posizione ufficiale dei Popolari di Manfred Weber.

I tempi dell’inchiesta e il caso Whanon Martins

A dettare i tempi e le modalità dell’inchiesta – e della comunicazione – è il giudice istruttore, ha precisato la procura, senza fornire ulteriori chiarimenti nemmeno sui tempi per l’estradizione di Nuno Whanon Martins, il portoghese con un passato da consigliere di Martusciello per il Medio Oriente, fermato in Francia dopo perquisizioni nelle sue residenze in Portogallo.

Il mosaico dell’indagine legata a Huawei è ancora in fase di composizione, ma i contorni dello scandalo sembrano destinati a diventare sempre più nitidi, con potenziali ripercussioni politiche e giudiziarie di ampia portata.


Articolo pubblicato il giorno 21 Marzo 2025 - 06:40

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