Il boss Giuseppe Prinno
Napoli – Colpo di scena nel processo di primo grado contro Giuseppe Prinno, storico esponente della criminalità organizzata della zona di Rua Catalana, accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
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La svolta è maturata durante l’istruttoria dibattimentale, quando la difesa – rappresentata dagli avvocati Leopoldo Perone e Antonio Rizzo per Giuseppe Prinno e Arnaldo Bernini per Dario Prinno – ha evidenziato un elemento cruciale: la presunta vittima dell’estorsione risultava indagabile per usura.
Il sospetto era così fondato che l’ex marittimo, il 21 marzo scorso, è stato sentito in aula in qualità di imputato in un procedimento connesso, scegliendo però di non rispondere.
Preso atto dell’indebolimento del quadro probatorio, il tribunale, come ha anticipato Il Roma, ha ordinato il rilascio immediato di Prinno e del nipote, che già nella serata di ieri sono tornati in libertà. Una decisione che potrebbe avere ripercussioni negli equilibri criminali del centro storico, tra piazza Bovio e Rua Catalana, roccaforti del clan di cui Prinno è considerato un elemento di spicco.
L’arresto di Prinno e del nipote risale al dicembre 2023, quando gli inquirenti contestarono loro un’estorsione ai danni di un ex marittimo del quartiere. «Ti sei fatto i soldi in questi anni, eh?», avrebbe detto Prinno con tono minaccioso alla vittima, prima di avanzare una richiesta esplicita: 5.000 euro per i carcerati. Al rifiuto dell’uomo, il 69enne avrebbe reagito con un pugno al volto, mentre il nipote avrebbe inferto calci alle gambe.
Le accuse si basavano su tre elementi chiave:
Due denunce presentate dalla vittima il 16 e il 20 novembre 2023
Le immagini della videosorveglianza
Il referto medico dell’ospedale dei Pellegrini, che attestava 7 giorni di prognosi per le contusioni riportate
Prima dell’arresto per estorsione, Giuseppe Prinno era tornato libero nel maggio 2023 dopo aver scontato 15 anni per associazione mafiosa. Il suo profilo criminale è ritenuto di elevata caratura dagli investigatori, che ora monitorano con attenzione gli sviluppi della sua scarcerazione e le possibili ripercussioni nei delicati assetti di potere della criminalità organizzata napoletana.
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