Creata un'area balneabile di fronte alla colmata a Bagnoli per migliorare l'accesso al mare
Rimozione parziale della colmata e messa in sicurezza di cio’ che ne rimarrebbe. Garanzie per la balneabilita’ dell’area. Bonifica e messa in sicurezza dei fondali e degli arenili.
Sono i punti salienti del progetto definitivo per Bagnoli, illustrati oggi dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che e’ anche commissario straodinario di governo per la questione, nella riunione odierna a Palazzo Chigi della Cabina di regia per l’area, chiamata a definire gli indirizzi strategici per l’elaborazione del Programma di Risanamento Ambientale e Rigenerazione Urbana del pezzo di Napoli occupato dai primi anni del ‘900 dall’Italsider.
La Cabina e’ stata presieduta dal ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, Tommaso Foti. La Cabina di regia, nella seduta di febbraio 2024, aveva dato mandato di elaborare proposte alternative progettuali con minore impatto ambientale e tempi piu’ rapidi per la bonifica dell’arenile e dell’area marina.
“E’ stato valutato – ha detto Manfredi – che l’impatto ambientale della rimozione totale sarebbe superiore a una rimozione solo parziale. La sezione di colmata che resterà sarà sigillata sia a beneficio delle spiagge artificiali poste lateralmente sia per la creazione di piattaforme dalle quali sarà possibile accedere al mare e anche praticare sport acquatici”.
Per quanto riguarda la coperta finanziaria delle bonifiche a mare, le risorse ammontano a 1,2 miliardi di euro della programmazione 2021-2027 e si prevede che l’opera possa completarsi tra il 2028-2029.
“Quello che realizzeremo – ha sottolineato Manfredi – è il più grande intervento di bonifica a mare mai fatto in Europa e infatti c’è un vulnus normativo anche a livello europeo che contempli simili operazioni. Nell’ultimo decreto del ministero dell’Ambiente, con la disponibilità della Protezione civile e del ministero, abbiamo introdotto una norma per cui l’inquinamento marino segue le regole di analisi specifiche sotto la vigilanza di Ispra e Istituto Superiore della Sanità. E’ un modello che potrà essere utilizzato anche in altre parti d’Italia”.
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