Buenos Aires – Oggi, in Argentina, ha avuto inizio il processo che cerca di far luce sulla morte di Diego Armando Maradona, avvenuta il 25 novembre 2020. Sette professionisti sanitari sono accusati di omicidio colposo, con pene che potrebbero variare dagli 8 ai 25 anni di reclusione.
L’accusa sostiene che gli imputati non abbiano adottato le misure necessarie per evitare la morte di Maradona, nonostante fossero consapevoli dei rischi.
Un processo complesso e mediatico
Il processo si svolgerà nel tribunale di San Isidro e si prevede che durerà diversi mesi. La corte ascolterà 109 testimoni, tra cui i figli di Maradona, amici, giornalisti e il medico Collin Campbell, uno dei primi ad arrivare sulla scena.
Le prove
Durante il processo, verranno esaminate le trascrizioni delle chiamate di emergenza, i video dell’autopsia e le cartelle cliniche di Maradona degli ultimi 20 anni. Si cercherà di stabilire se la casa in cui Maradona ha trascorso i suoi ultimi giorni fosse adeguata per un ricovero domiciliare.
La morte di Maradona
L’autopsia ha rivelato che Maradona è morto a causa di un’insufficienza cardiaca acuta, che ha provocato un edema polmonare acuto, conseguenza di una miocardiopatia dilatata.
Un’eredità pesante
La morte di Maradona ha scosso l’Argentina e il mondo del calcio. Questo processo cerca di fare chiarezza sulle circostanze della sua scomparsa e di stabilire eventuali responsabilità.
Gli imputati
Leopoldo Luciano Luque (neurochirurgo)
Agustina Cosachov (psichiatra)
Carlos Ángel Díaz (psicologo)
Nancy Edith Forlini (rappresentante farmaceutica)
Ricardo Omar Almirón (infermiere)
Mariano Perroni (coordinatore infermieristico)
Pedro Pablo Di Spagna (medico clinico)
Articolo pubblicato il giorno 11 Marzo 2025 - 13:26