Napoli – La sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio sia l’ordinanza del Riesame che quella del gip di Napoli, restituendo la libertà all’imprenditore Antonio Miraglia, ritenuto legato al clan Mallardo, uno dei gruppi di spicco dell’Alleanza di Secondigliano, insieme ai clan Licciardi e Contini-Bosti.
Miraglia, arrestato il 20 novembre 2024 e assistito dagli avvocati Dario Vannetiello e Marcello Severino, era accusato dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli di aver ricoperto un ruolo esecutivo nelle attività illecite del sodalizio camorristico.
Le indagini avevano portato alla luce una serie di elementi a suo carico, tra cui videochiamate e conversazioni telefoniche intercettate durante il suo periodo di detenzione tra il 2021 e il 2022, oltre ad altro materiale probatorio che lo avrebbe collegato a presunti summit del clan.
Secondo gli inquirenti, Miraglia era inoltre legato ad Antonio Mallardo, figura di vertice dell’omonimo clan, noto per le sue infiltrazioni nell’economia nazionale e internazionale, come emerso dalle indagini della Dda.
Nonostante le accuse, la decisione della Suprema Corte ha ribaltato le precedenti misure cautelari, portando alla remissione in libertà dell’imprenditore. Una svolta che riaccende i riflettori sulle intricate dinamiche tra camorra e mondo imprenditoriale, in un contesto in cui i confini tra legalità e illegalità appaiono sempre più sfumati.
Articolo pubblicato il giorno 26 Febbraio 2025 - 14:19