Raddoppio degli scarichi a mare: a rischio l'area della Gaiola
Napoli – L’Area Marina Protetta di Gaiola, gioiello naturalistico e culturale di Napoli, rischia di essere compromessa da un progetto di “riqualificazione ambientale” che prevede scarichi fognari in piena zona protetta. Marevivo e Greenpeace, insieme alla delegazione campana di Marevivo, hanno presentato un ricorso al TAR Campania per annullare il decreto ministeriale che autorizza il “Piano di Riqualificazione Ambientale e Rigenerazione Urbana” (PRARU) di Bagnoli-Coroglio.
Un piano controverso
Il decreto, firmato dai Ministeri dell’Ambiente e della Cultura, ha suscitato forti preoccupazioni per le gravi conseguenze ambientali, sanitarie ed economiche che potrebbe causare. Il PRARU, infatti, prevede l’ampliamento del collettore fognario e la realizzazione di nuovi scarichi fognari di bypass proprio nel cuore dell’area protetta. In caso di pioggia, fino a 206 metri cubi al secondo di liquami e acque potenzialmente tossiche finirebbero in mare, con effetti devastanti sull’ecosistema marino e sulla salute dei cittadini.
Un ecosistema fragile da proteggere
La zona tra la Gaiola e Nisida è un’area di pregio naturalistico e culturale, habitat di scogliere, grotte, coralligeno e praterie di Posidonia oceanica, tutelati da direttive europee e convenzioni internazionali. Maurizio Simeone, direttore dell’AMP Parco Sommerso di Gaiola, denuncia da mesi i potenziali danni del piano, definendolo “una scelta devastante per il mare di Napoli e un grave precedente per tutte le aree marine protette”.
L’impegno di Marevivo e Greenpeace
Rosalba Giugni, presidente di Fondazione Marevivo, sottolinea l’impegno trentennale dell’associazione a difesa della Gaiola e annuncia una “call to action democratica” per sostenere il ricorso al TAR. Valentina Di Miccoli, campaigner mare di Greenpeace Italia, critica l’indifferenza delle amministrazioni verso la tutela del mare e denuncia gli interessi economici che rischiano di sacrificare l’ecosistema marino.
Un danno economico e sociale
Le ripercussioni negative del progetto non si limiterebbero all’ambiente, ma coinvolgerebbero anche l’economia e il turismo legati al mare. L’area di Posillipo, con i suoi lidi balneari e le attività turistico-ricreative, rappresenta una risorsa fondamentale per la città. Fabio Postiglione, in rappresentanza dei mitilicoltori, esprime preoccupazione per il rischio di un “contraccolpo” alla produzione, mentre Mario Morra, responsabile del Sindacato Italiano Balneari, teme che il progetto possa compromettere la qualità delle acque e l’attrattività turistica della zona.
Un appello alla giustizia
Il ricorso al TAR è sostenuto da numerose associazioni, tra cui Federazione UniVerde, Federazione del Mare, Confcommercio e altre. Alfonso Pecoraro Scanio, presidente di Fondazione UniVerde, auspica che la giustizia blocchi “questa scelta assurda e dannosa”, mentre Mario Mattioli, presidente della Federazione del Mare, sottolinea l’importanza di preservare l’ecosistema marino per le future generazioni.
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