Attorno all’isola greca di Santorini, da una settimana si registra un’intensa attività sismica, con centinaia di eventi che hanno spinto le autorità locali a dichiarare lo stato di emergenza. Sebbene al momento non si segnalino danni, i preparativi per un possibile terremoto di maggiore intensità sono in corso, sia su Santorini che nelle isole circostanti.
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Tra venerdì e domenica scorsi, si sono verificati oltre 200 terremoti sottomarini, culminati con un evento di magnitudo 5.2, che ha portato alla dichiarazione dello stato di emergenza giovedì. L’ultima scossa, di magnitudo 4, è stata registrata domenica mattina, a circa 20 chilometri al largo dell’isola di Anafi. Ulteriori repliche, superiori a 4.5, erano state rilevate sabato nelle acque tra Santorini e Amorgos. Nonostante il dipartimento di Geofisica e Geotermia greco affermi che il rischio sia diminuito, le scosse potrebbero continuare per settimane, con l’eventualità di nuovi eventi sismici più forti.
Le autorità hanno deciso di prorogare la chiusura delle scuole ad Anafi, Ios e Amorgos, così come a Santorini, per un’altra settimana. Nel frattempo, l’esercito sta predisponendo generatori elettrici per fronteggiare eventuali interruzioni di corrente. Sono state imposte restrizioni al traffico nelle zone a rischio frane e sono in corso ispezioni nei pressi della funivia per identificare eventuali pericoli. È emerso che un rapporto commissionato nel 2021 aveva rivelato l’esistenza di numerosi edifici abusivi, molti dei quali dedicati al settore turistico.
La settimana scorsa, migliaia di turisti hanno abbandonato l’isola, lasciando quasi esclusivamente i residenti. La considerevole diminuzione dei visitatori ha portato a una pausa delle attività commerciali, creando preoccupazioni per l’economia locale, che dipende fortemente dal turismo. «Se continua così per un paio di mesi, la stagione sarà persa», ha commentato Mathaios Kourgialis, proprietario di un albergo.
In risposta alla crisi, i residenti si stanno mobilitando per fornire sostegno ai più vulnerabili. Matthaios Fytros, un commerciante, ha dichiarato: «Stiamo facendo il possibile per dare sostegno ai più vulnerabili». Fytros ha anche sottolineato l’importanza di tenere d’occhio le abitazioni lasciate vuote, per prevenire furti. Nel caso di evacuazioni, squadre di vigili del fuoco hanno allestito tende in aree elevate, e un’unità cinofila specializzata è stata inviata sull’isola per intervenire in caso di necessità.
Santorini, un’isola di origine vulcanica situata in una zona sismica, ha una storia segnata da eventi sismici devastanti. Il terremoto più grave si registrò nel 1956, con una magnitudo di 7.1, che causò 53 vittime e la distruzione di un terzo degli edifici dell’isola. Vassilis Karastathi, direttore dell’Istituto di Geodinamica greco, afferma che comparare l’attuale situazione con il disastro del 1956 sarebbe inappropriato, a causa delle differenze nelle tecnologie e nei metodi di misurazione utilizzati all’epoca.
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