Arrigo Sacchi potrebbe tornare in panchina: l’ex tecnico del Milan e della Nazionale ha confessato di stare valutando un ritorno nel mondo del calcio, sia in Italia che all’estero.
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A rivelarlo è stato lo stesso Sacchi, 78 anni, in un’intervista rilasciata all’Adnkronos. “Sto pensando di tornare ad allenare, vedremo se in Italia o all’estero”, ha dichiarato, lasciando intendere che le opportunità non mancano. Alla domanda su eventuali contatti con club interessati, l’allenatore di Fusignano ha risposto con un pizzico di ironia: “Ne ho tante”.
Sacchi ha però espresso qualche perplessità sulla possibilità di un ritorno in Italia: “Voglio troppo bene a questo Paese, ma ho un difetto: dico sempre quello che penso. E a volte dire certe cose non è facile. Mi dispiace farlo, quindi cerco di evitare prima”. L’ex tecnico ha poi svelato di aver ricevuto richieste da diverse parti del mondo: “Mi chiedono di andare in Brasile, in Argentina, in Spagna e in tanti altri posti”.
Sacchi ha poi analizzato il momento del calcio italiano, lodando alcuni allenatori e sottolineando la necessità di una svolta strutturale: “La Juventus ha preso un ottimo allenatore, una persona che ha le idee chiare, e sta portando – non solo lui – qualità nel calcio italiano”.
Secondo l’ex tecnico rossonero, la Serie A sta mostrando segnali di ripresa, anche se il nostro movimento resta indietro rispetto ad altri Paesi: “In Italia ci sono due categorie di calcio: da una parte chi ha capito che serve avere una squadra e un gruppo, dall’altra chi continua a pensare che il calcio sia solo un fatto individuale e difensivo. L’Inghilterra ha illuminato tutti: Brasile, Olanda, Francia, Belgio. Loro hanno uno stile di gioco offensivo e di squadra. Noi, invece, siamo rimasti indietro”.
Sacchi ha poi elogiato alcuni tecnici italiani: “C’è la Lazio che gioca un calcio positivo, che eleva i giocatori: bravo Baroni. Motta fa la stessa cosa. Ma c’è anche Conte, che è un fenomeno e dà la vita, e Gasperini, che gioca un altro calcio spendendo molto meno”.
L’ex Ct ha infine sottolineato l’importanza di un intervento a livello giovanile: “Le nazionali giovanili devono prendersi i ragazzi e allenarli, altrimenti siamo sempre in ritardo. Quando vai a giocare contro squadre che hanno uno stile consolidato e tu no, diventa dura. Al mio Milan dicevano che non eravamo italiani, che eravamo 11 scatenati. Ma non eravamo scatenati, correvamo bene. Anche senza Van Basten, che fu infortunato per sette mesi, continuavamo a vincere. Questo perché avevamo una struttura, un’idea chiara di calcio. Ed è quello che ancora manca in Italia”.
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E' interessante che Sacchi stia pensando a tornare, ma mi chiedo se veramente le condizioni sono buone. Il calcio italiano ha bisogno di rinnovamento e non so se lui può portarlo. Speriamo bene.