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Pomigliano, la scuola di camorra, la mamma al figlio di 3 anni: “La pistola non ce la fai neanche a mantenerla str…”

Prima con. lo zio detenuto al telefono il piccolo di soli 3 anni dice che vuole sparare ai poliziotti vicino alla chiesa e poi dice che si deve tatuare il volto di Joker
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E’ il 10 febbraio dello scorso anno quando dal carcere di Carinola dove è detenuto uno dei boss della famiglia Cipolletta di Pomigliano parla con una cognata e un nipotino di soli tre anni.

Un linguaggio scurrile e violento intercettato dagli uomini della Dda di Napoli che stavano indagando sulla guerra di camorra a Pomigliano tra i Ferretti e i Cipolletta e che ieri ha portato all’emissione di 27 ordinanze cautelari.

E lo zio lamentandosi che il gestore di un bar non ha pagato la quota del pizzo dice “Dobbiamo andare a sparare e dobbiamo sparare a tutti quanti, ci dobbiamo far dare tutti i soldi”. Poi la conversazione diventa scurrile tra mamma, figlio e zio al telefono dal carcere. E poi ad un certo punto la mamma rivolgendosi al piccolo dice “Perché la sia usare la pistola?”.

E il bimbo senza scomporsi risponde: “Eh si, Sparo ai poliziotti…”. E la mamma ancora chiede: ” Tu li spari ai poliziotti?”. E il bimbo ancora “Eh”. A quel punto interviene lo zio e dice. “Li spariamo in faccia”. E il piccolo di rimando: “Eh”. E allora la mamma lo incalza: ” Dove, dove? Dove gli spari, fammi vedere”. E il piccolo a quel punto dice: Vicino, vicino alla chiesa”.

Poi la conversazione continua sempre con toni che non dovrebbe essere mai utilizzati figurarsi alla presenza di un bimbo così piccolo che ad un certo punto  annuncia allo zio in carcere che sta per tatuarsi il volto di Joker.

Sono intercettazioni che mettono i brividi  e restituiscono un quadro desolante, una sorta di indottrinamento camorristico da parte dello zio al nipotino. La conversazione è stata captata dai militari mentre nell’abitazione di uno degli affiliati al clan Cipolletta è in corso una videochiamata tra la mamma del bimbo e un suo congiunto, che si trova detenuto nel carcere casertano di Carinola.

E tutto avviene senza che la mamma proferisca parola rispetto alla violenza delle frasi rivolte al bambino. A seguire i due adulti, parlando di una estorsione da imporre a un bar di Pomigliano d’Arco, continuano a coinvolgere il piccolo come se fosse un gioco.

Ma non è finita perché allo stesso bimbo qualche sera dopo il padre mentre aspetta alcuni sodali sempre per discutere di tangenti e cose di camorra mostra una pistola e gliela consegna. E la mamma (ovvero la stessa donna della conversazione di livello oxsfordiano che ha avuto qualche giorno prima al telefono con il cognato e bimbo presente) dice: “Non ce la fai neanche a mantenerla in mano stronzo”. E il padre dice : “la vuoi la cosa vera?” E il bimbo “Si, si, si”.

Un clima di violenza verbale e comportamentale ingiustificabile ma che qualifica come criminali senza regole questa famiglia.

 

 


Articolo pubblicato il giorno 11 Febbraio 2025 - 16:27


1 commento

  1. E’ veramente allarmante come un bimbo di così giovane età venga coinvolto in conversazioni così violente e scurrili. La mamma e lo zio dovrebbero essere più responsabili e non esporre il piccolo a simili situazioni, che possono avere effetti devastanti sul suo sviluppo.

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