Napoli – Da Marriott a Hilton, passando per Rocco Forte e Radisson: le più grandi aziende alberghiere del mondo scelgono di investire nella città di Napoli. Nei prossimi mesi, infatti, tra acquisizioni di hotel iconici e nuove e attesissime aperture, il lusso a 5 Stelle diventerà un marchio distintivo della destinazione Napoli.
Se il nuovo albergo della multinazionale statunitense Marriott sorgerà nel palazzo di via Verdi che un tempo ospitava la sede della Banca di Roma, l’ultra lusso della inglese Rocco Forte sbarcherà alla Riviera di Chiaia, nel Palazzo Caravita di Sirignano.
Se diventano strutture a marchio Hilton il Britannique di corso Vittorio Emanuele, Palazzo Caracciolo in via Carbonara e l’Oriente di via Armando Diaz, il gruppo Radisson si appresterebbe a inaugurare il nuovo hotel ospitato nella sede storica del quotidiano Il Mattino in via Chiatamone.
Investimenti milionari, arricchiti da aperture di nuovi ristoranti che ambiscono alla stella Michelin o di suggestivi rooftop che uniscono, alla vista mozzafiato, un servizio esclusivo. Il futuro dei più famosi brand di lusso passa anche da Napoli, con le grandi multinazionali alberghiere pronte a scommettere sulla città.
Il segmento del turismo di lusso sarà uno dei principali temi di cui si discuterà proprio a Napoli a BMT (13-15 marzo 2025), la più importante fiera del settore del Centro Sud Italia, che dedicherà uno dei suoi appuntamenti convegnistici a “Napoli Luxury Destination”.
“La città finalmente piace al turismo di qualità – spiega Angioletto De Negri, patron di Progecta, che da 28 anni organizza a Napoli la Borsa Mediterranea del Turismo – ed è grazie alla tenacia degli imprenditori.
Progecta li supporta e affianca da sempre: il nostro convegno “Napoli Luxury Destination” esalterà la nuova vocazione della città come meta del turismo di lusso, offrendo alle istituzioni una piattaforma di proposte per prepararsi ad affrontare al meglio quella che sarà la grande sfida dei prossimi anni: gestire i flussi turistici del momento senza lasciarsi travolgere dagli stessi.
Gli effetti negativi dell’overtourism, come la progressiva usura delle città, un proliferare del sommerso, con una guerra all’illegalità che deve passare dal sanzionare le strutture prive di CIN (il Codice identificativo nazionale, ndr), vanno mitigati, disciplinati con politiche mirate. La nuova vocazione lusso è sicuramente un’occasione da cogliere per avviare un percorso orientato al progresso, per il benessere di tutti: cittadini e turisti, di tutte le tasche”.
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