Fausta Bonino, l’infermiera dell’ospedale di Piombino, è stata condannata all’ergastolo in via definitiva dalla Corte di Cassazione per l’omicidio di diversi pazienti fra il 2014 e il 2015.
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Secondo l’accusa, Bonino ha iniettato ai suoi pazienti un farmaco non necessario, somministrando in particolare grosse dosi di eparina, un anticoagulante che avrebbe provocato gravi emorragie interne, conducendo alla loro morte. La donna ha sempre mantenuto la sua innocenza e, in corrispondenza con il suo arresto nel 2016, erano emerse diverse criticità riguardanti la ricostruzione della procura.
Il processo che ha coinvolto Bonino si è protratto per circa dieci anni ed ha presentato notevoli complessità. Inizialmente, l’infermiera era accusata di 13 morti sospette, numero poi ridotto a 10. Nel 2022, al termine del primo processo di appello, era stata assolta per tutte e dieci le accuse legate ai decessi. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha successivamente richiesto un nuovo processo per quattro di queste morti.
Il nuovo processo di appello si è concluso nel maggio del 2024, portando a una condanna all’ergastolo per omicidio plurimo volontario. La sentenza della Cassazione ha definitivamente sancito la responsabilità di Bonino, ponendo fine a un caso che ha tenuto l’opinione pubblica con il fiato sospeso per anni.
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Il caso di Fausta Bonino è molto complesso e ha coinvolto tanti fattori. È difficile credere che una infermiera possa fare qualcosa del genere. La giustizia ha fatto il suo corso, ma rimangono dubbi sulla prova.