Nuovo capitolo nell’inchiesta Prisma: il giudice dell’udienza preliminare (GUP) di Roma ha respinto la costituzione di parte civile contro l’attuale assetto societario della Juventus, avanzata da più parti sulla base della Legge 231 sulla responsabilità amministrativa delle aziende.
Tuttavia, il tribunale ha accolto la costituzione di parte civile nei confronti degli imputati, richiesta da circa 200 azionisti, dalla Consob, dal Codacons, dal Fondo Libico e dall’Associazione Consumatori. L’indagine, che ha portato lo scorso 17 luglio alla richiesta di rinvio a giudizio di una decina di persone, coinvolge gli ex vertici della Juventus, tra cui l’ex presidente Andrea Agnelli, l’ex vicepresidente Pavel Nedved, l’ex direttore sportivo Fabio Paratici e l’ex amministratore delegato Maurizio Arrivabene. Le accuse a loro carico, a vario titolo, comprendono aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni.
Secondo l’accusa, l’indagine si concentra su presunte plusvalenze fittizie e su manovre relative agli stipendi dei calciatori durante il periodo della pandemia da Covid-19. L’inchiesta, inizialmente condotta a Torino, è stata trasferita a Roma dopo la decisione del 6 settembre della Quinta sezione della Cassazione, che ha dichiarato l’incompetenza territoriale del capoluogo piemontese e ordinato il passaggio degli atti alla Procura della Capitale.
A coordinare il fascicolo sono i pm Giorgio Orano e Lorenzo Del Giudice, sotto la supervisione del procuratore aggiunto Giuseppe Cascini. Il processo si preannuncia lungo e complesso, con sviluppi che potrebbero avere ripercussioni significative anche a livello sportivo ed economico.
Articolo pubblicato il giorno 10 Febbraio 2025 - 14:12
La questione della giustizia e del rispetto delle leggi è sempre delicata. E’ importante che tutti i soggetti coinvolti vengano trattati in modo equo. Non si può sottovalutare l’impatto che queste indagini possono avere sul calcio italiano.