L’inaugurazione della mostra personale del Maestro Domenico Sepe, intitolata Etere. Tra forma e rivelazione, ha consacrato il Museo Civico Gaetano Filangieri come epicentro di un raffinato dialogo tra passato e presente.
L’evento ha registrato un’affluenza straordinaria, confermando il fascino senza tempo della scultura e la capacità dell’arte di risvegliare emozioni profonde nel pubblico. Curata con grande sensibilità da Lorena Cangiano, Giuseppina Iacovelli e Anna Pia Secondulfo, l’esposizione rimarrà aperta fino al 1° marzo.
Il titolo trae ispirazione dall’inedito catalogo d’arte con la prefazione della storica Isabella Valente, una guida imprescindibile per comprendere la poetica di Sepe. L’evento è stato reso possibile grazie alla sinergia con il Presidente della Commissione Cultura, Turismo e Attività Produttive del Comune di Napoli Luigi Carbone, IsArt e Mix Communication, con il patrocinio morale del Comune di Napoli e della Città Metropolitana di Napoli.
La mostra si configura come un viaggio estetico e filosofico, in cui le opere contemporanee di Sepe si intrecciano con il ricco patrimonio artistico del Museo Filangieri. Un percorso espositivo di rara intensità accompagna il visitatore in un varco temporale, in un’interazione tra passato e futuro che trova espressione nelle sale dell’antico palazzo.
Qui, i capolavori di Francesco Jerace, Tito Angelini, Jusepe de Ribera, Luca Giordano e Battistello Caracciolo diventano silenziosi interlocutori delle creazioni dell’artista partenopeo. L’arte di Sepe si manifesta in una tensione costante tra antico e moderno, tra forme eteree e materia tangibile.
Busti in marmo, sculture in bronzo, alluminio e argilla cruda emergono decisi, componendo un’unica travolgente narrazione lirica. La sua opera non è mera rappresentazione, ma un’esperienza sensoriale che invita alla riflessione e al coinvolgimento emotivo, esaltando il patrimonio artistico di Napoli con un linguaggio plastico innovativo e vibrante.
Durante il vernissage, momenti di alta cultura e riflessione hanno arricchito la serata. Maria Simonetta De Marinis, docente di Storia dell’Arte, ha evidenziato la capacità di Sepe di connettere il passato al presente con un linguaggio scultoreo che sfida il tempo.
Giuseppina Iacovelli ha sottolineato il valore del percorso espositivo, in grado di offrire una lettura intima dell’artista e della sua straordinaria padronanza delle tecniche e dei materiali. A suggellare l’evento, una performance unica ha catturato l’attenzione del pubblico: Maria Pagano, sotto la direzione di Domenico Sepe, ha dato vita a un’interazione tra il proprio corpo e la materia, in un suggestivo rito di fusione tra l’umano e il creativo, tra il gesto e la materia primigenia dell’argilla.
L’arte di Sepe continua a stupire e a rinnovarsi. Il prossimo 24 febbraio, infatti, la mostra si arricchirà di un ulteriore catalogo d’arte, Domenico Sepe al servizio segreto di Bond, James Bond, a cura di Michelangelo Iossa, un progetto che promette nuove chiavi di lettura e affascinanti prospettive sul percorso dell’artista.
L’evento al Museo Filangieri non è solo un’esposizione, ma un’esperienza immersiva che trasforma l’arte in rivelazione. Il pubblico, avvolto in questa dimensione sospesa tra visione e materia, non può che uscirne profondamente arricchito.
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