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Giugliano, una mazzetta da centinaia migliaia euro per i lavori stradali alla base Nato

Per la tangente della strada Indagato anche l'ex consigliere comunale Francesco Carleo. Ecco come i pentiti hanno incastrato l'ex sindaco
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C’è anche una mazzetta di centinaia di migliaia di euro intascata dall’ex sindaco di Giugliano, Antonio Poziello insieme all’ex consigliere comunale Francesco Carleo per turbare la gara di appalto indetta per l’aggiudicazione degli interventi stradali di collegamento alla base Nato di Giugliano.

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E’ uno dei capi di imputazione contestati degli inquirenti della Dda e del Ros di Napoli per il quale il gip Federica Colucci non ha ritenuto necessario emettere una misura cautelare. Tangente pagata da una persona non ancora identificata e che era uno degli emissari della ditta di Pozzuoli che si era aggiudicato l’appalto milionario nel 2016.

Il gip ha disposto invece il carcere per l’ex sindaco Poziello in vista delle prossime elezioni comunali e soprattutto in quanto, viene spiegato, l’indagato “appare assolutamente indifferente ai precetti penali ed alle autorità preposte alla loro osservanza”.

Francesco Carleo invece è indagato a piede libero perché per il gip “Non emergono esigenze cautelari attuali”.

il ruolo del sindaco Poziello e i legami con il clan Mallardo

Dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia emerge un quadro allarmante sul sistema di corruzione radicato a Giugliano. Filippo Caracallo, uno dei pentiti, ha rivelato durante un interrogatorio: “So che il sindaco Poziello è stato sostenuto dal gruppo delle “Palazzine” di Giugliano. In discussioni con Michele e Aniello Di Biase, oltre che con Giuseppe Mele, questi mi confermarono il loro impegno per farlo eleggere. All’epoca non c’era ancora stata la scissione: i membri delle “Palazzine” facevano parte del clan Mallardo”.

Nel 2020, in vista delle nuove elezioni comunali, Domenico Pirozzi, reggente dei Mallardo, ordinò a un affiliato di sostenere Poziello in cambio di denaro da destinare alla cassa comune del clan e per garantire l’accesso agli appalti pubblici. L’attività della cosca si intensificò in prossimità del voto, con gli scagnozzi schierati sul territorio a sollecitare sostegno per il candidato: “Dove state? Al deposito della spazzatura a fare i voti a Poziello?”, si legge in una intercettazione.

La ricostruzione del giudice

Il GIP nelle oltre 1400 pagine dell’ordinanza cautelare con la quale ieri ha disposto il carcere per 25 persone ha delineato un sistema corruttivo sistematico, sottolineando nelle motivazioni dell’ordinanza: “Le intercettazioni che coinvolgono Antonio Poziello mostrano come gli episodi di corruzione fossero una prassi consolidata nell’esercizio delle sue funzioni pubbliche. Durante il mandato da sindaco di Giugliano (2002-2015), fu il perno di una rete che distribuiva tangenti in accordo con consiglieri comunali, alcuni vicini al clan Mallardo”.

Il passaggio conclusivo è netto: “Poziello, oggi consigliere comunale in un contesto di prossime elezioni, rappresenta un rischio concreto di reiterazione dei reati. Per questo, la custodia cautelare in carcere si configura come l’unica misura efficace”.

RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato il giorno 4 Febbraio 2025 - 07:34


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