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Fine vita: la Toscana è la prima regione con una legge sul suicidio assistito

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La Toscana è la prima regione a prevedere il suicidio medicalmente assistito per i pazienti del proprio territorio e altre regioni hanno già annunciato che adotteranno iniziative simili per garantire libertà di scelta ai propri cittadini.

E’ stata presentata e approvata una legge di iniziativa popolare che permette alle persone tenute in vita da trattamenti di sostegno e affette da patologie irreversibili, di poter richiedere aiuto medico alla morte volontaria.

L’iniziativa ha coinvolto oltre 10mila firmatari ed è stata promossa dall’Associazione Luca Coscioni, da sempre impegnata sulle scelte di fine vita. La legge prevede un limite massimo di 20 giorni per valutare se vi siano i requisiti per l’accesso al suicidio assistito e dispone che i costi siano interamente a carico del bilancio regionale.

La legge approvata è basata sulle sentenze del 2019 e del 2024 della Corte costituzionale, secondo cui: “una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente”.

L’intervento della Corte costituzionale, delle associazioni e il ricorso a leggi di iniziativa popolare sono state le reazioni all’incapacità del Parlamento, tutt’ora inerte, di intervenire su temi fondamentali per l’affermazione delle libertà civili e dei diritti umani.

Proprio la Consulta, infatti, ha più volte richiamato sia nelle sentenze, sia nell’annuale relazione del vertice dell’Alta Corte, l’urgenza con cui il legislatore debba intervenire su temi che incidono sulle libertà di ognuno, come per l’appunto il fine vita, ma anche sui diritti dei figli di coppie dello stesso sesso.

Questioni su cui le maggioranze che si sono susseguite in Parlamento non hanno mai legiferato, forse per la necessità richiesta di mettere in campo doti conoscitive e di sensibilità difficilmente reperibili o forse al fine di preservare il proprio elettorato.

Marco Barbato

RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato il giorno 12 Febbraio 2025 - 20:46

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