Un test del sangue sperimentale potrebbe rivoluzionare la diagnosi dell’endometriosi, sostituendo esami invasivi a cui si sottopongono in Italia più di 3 milioni di donne, 150 milioni nel mondo.
Una ricerca australiana potrà ridurre drasticamente le tempistiche per diagnosticare l’endometriosi, le cui tradizionali analisi richiedono anche anni e la necessità di sottoporsi a esami invasivi e in alcuni casi dolorosi come la laparoscopia.
L’endometriosi, malattia ginecologica cronica e spesso invalidante, incide fortemente sulla qualità della vita del 10-15% delle donne, con effetti sulla salute non solo fisica e riproduttiva, ma anche mentale.
Con il ricorso a tecnologie di analisi avanzate è possibile individuare dieci specifici biomarcatori del sangue, distinguendo l’endometriosi da altre patologie che spesso limitano o annullano la sua diagnosi con i test del sangue fino ad oggi sperimentati.
Il test si chiama PromarkerEndo ed è stato sviluppato dall’azienda biomedica Proteomics International, in collaborazione con l’Università di Melbourne e il Royal Women’s Hospital.
Marco Barbato
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