Quando la mattina del 30 novembre del 2023 si vide arrivare nel suo ristorante “Le tre Caravelle” sul lungomare di Castellammare i carabinieri insieme con una pattuglia dei Nas pensava fosse una normale ispezione.
Invece per Luciano Verdoliva all’epoca aveva 46 anni, e figlio del defunto boss del clan D’Alessandro, Giuseppe Verdoliva detto Peppe l’autista perché storico autista del defunto padrino Michele D’Alessandro , scattarono le manette con una accusa gravissima.
Era ritenuto uno dei killer di uno che aveva tradito i D’Alessandro: Carmine Paolino, soprannominato “Badalamenti”, assassinato il primo marzo del 2005, quando aveva 28 anni e nel pieno della faida con gli ex cutoliani Massimo Scarpa e Michele Omobono.
In quella faida ci furono due omicidi eccellenti Giuseppe Verdoliva, padre di Luciano appunto e Antonio Martone, cognato del defunto padrino Michele D’Alessadnro in quanto fratello di donna Teresa.
Oggi a 15 mesi di distanza Luciano Verdoliva è stato assolto. Mentre è stato condannato al Antonio Occidente, 51 anni, legato al clan D’Alessandro.. Durante il dibattimento il “pentito” Ciro Sovereto non ha dato conferma delle dichiarazioni rese in fase di indagini e ora la Procura di Napoli sta ora valutando l’istanza di revoca dei benefici riservati ai collaboratori di giustizia.
Paolino venne attirato in trappola dai sicari che gli offrirono delle dosi di cocaina: mentre era intento a consumarle, in una vettura, gli vennero sparati un paio di colpi di pistola alla testa.
Articolo pubblicato il giorno 11 Febbraio 2025 - 20:32