Casalnuovo – Un dolore inconsolabile, una richiesta di giustizia che appare negata. La famiglia di Gennaro Manna Cozzella, il 17enne di Casalnuovo di Napoli tragicamente scomparso a seguito di un incidente stradale lo scorso 18 maggio, si oppone con fermezza alla richiesta di patteggiamento presentata dal responsabile del sinistro.
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L’indagato, Cesare Pugliese, 58 anni, ha avanzato istanza per una pena di appena due anni con sospensione condizionale, proposta concordata con il Pubblico Ministero della Procura di Nola, Aurelia Caporale.
L’udienza, fissata per venerdì 21 febbraio alle ore 9, sarà decisiva. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Nola, Fortunata Basile, dovrà esprimersi sulla richiesta che, per i genitori del ragazzo, rappresenta una beffa. Se accolta, infatti, non ci sarà alcun processo e il responsabile dell’incidente sconterà una pena che la famiglia considera inadeguata alla gravità dei fatti.
La tragedia si è consumata il 18 maggio scorso in via Napoli, a Casalnuovo. Gennaro, a bordo del suo scooter e nel pieno rispetto delle norme stradali, è stato vittima di una manovra fatale: Pugliese, alla guida di una Ford Fiesta, ha aperto improvvisamente la portiera dell’auto, senza accertarsi del sopraggiungere del giovane.
L’impatto ha sbalzato il ragazzo nella corsia opposta, dove è stato investito da una Fiat Tipo. Le gravi lesioni riportate – un trauma cranico-toracico con emorragia cerebrale e contusioni polmonari – non gli hanno lasciato scampo. Dopo dieci giorni di agonia all’ospedale Cardarelli di Napoli, Gennaro è deceduto il 27 maggio, gettando nella disperazione i familiari.
Le indagini hanno confermato la totale responsabilità di Pugliese, accusato di omicidio stradale per “imprudenza, negligenza, imperizia e violazione delle norme sulla circolazione”. L’uomo aveva parcheggiato in una zona vietata e ha aperto la portiera senza controllare, causando la tragica concatenazione di eventi.
Affiancati dallo Studio3A-Valore S.p.A., specializzato nella tutela dei diritti dei cittadini, i genitori di Gennaro chiedono giustizia. “Siamo consapevoli che nessuna pena potrà mai ripagarci della perdita di nostro figlio – dichiarano – ma due anni con pena sospesa sono un’offesa alla sua memoria”.
La famiglia si appella al giudice affinché respinga l’accordo e rimetta il caso al PM per una pena più severa, adeguata alla gravità del reato. Venerdì si saprà se la giustizia darà loro ascolto.
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