Mauro Do Vito
NAPOLI – Prosegue l’attività sismica ai Campi Flegrei, dove è in corso uno sciame sismico iniziato il 15 febbraio e ancora attivo. Secondo i dati diffusi dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), si tratta dello sciame con il maggior numero di eventi registrati negli ultimi tempi, con almeno 282 terremoti di magnitudo superiore a zero.
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Le ultime scosse in ordine di tempo, di magnitudo 1.6, rilevata alle 16:42 di ogg e di magnitudo 1.0 alle 16,48. I due eventi più significativi, entrambi di magnitudo 3.9, si sono verificati alle 16:30 del 16 febbraio con epicentro in mare e alle 00:19 del 17 febbraio tra Pozzuoli, Quarto e Bacoli.
“Non si può escludere la possibilità di terremoti di magnitudo superiore, ma l’allerta resta gialla”, ha dichiarato Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv. L’intensa attività sismica ha destato preoccupazione tra la popolazione, con molte segnalazioni di scosse percepite più fortemente rispetto al passato.
Su questo punto, Di Vito ha precisato che “la percezione di un sisma non è un valore strumentale e può variare in base a diversi fattori, come l’orario dell’evento, la struttura dell’edificio in cui ci si trova e la posizione rispetto all’epicentro”.
In particolare, la scossa notturna del 17 febbraio è stata avvertita con maggiore intensità rispetto a quella pomeridiana, sebbene entrambe avessero la stessa magnitudo.
Secondo i dati raccolti fino alle 14:00 del 17 febbraio, degli oltre 280 terremoti registrati, 85 hanno avuto una magnitudo superiore a 1. La maggior parte degli eventi si è concentrata nelle aree della Solfatara e di Pisciarelli. Tuttavia, le misurazioni dell’attività idrotermale rimangono in linea con i valori osservati negli ultimi cinque-sei mesi.
“Lo sciame sismico in corso è probabilmente dovuto al movimento della formazione costale, che causa sollevamento e fratturazione delle rocce”, ha spiegato Di Vito.
L’Osservatorio Vesuviano continua il monitoraggio costante dell’area, analizzando non solo la sismicità ma anche la deformazione del suolo e l’attività idrotermale. “La deformazione del suolo procede con la stessa velocità osservata prima degli eventi sismici di questi giorni”, ha aggiunto il direttore, sottolineando che anche l’attività idrotermale non mostra segnali di incremento rapido, sebbene vi siano evidenze di gas profondo in movimento.
L’attenzione resta alta, con gli esperti impegnati nell’analisi costante dei dati per comprendere l’evoluzione del fenomeno.
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