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ULTIMO AGGIORNAMENTO : 3 Gennaio 2025 - 18:37
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E’ fuori il videoclip di Something in the way, classico dei Nirvana rivisitato in chiave doom metal/shoegaze dagli Euthymia

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Gli Euthymia sono tornati con una nuova produzione musicale che continua il loro lavoro di reinterpretazione di brani iconici. Dopo l’EP “Øeos” del 2022 e i singoli come la cover di “Angel” dei Massive Attack del 2023 e “My Cyrenaic Cloak” del 2024, la band presenta il loro ultimo videoclip, rivisitando il classico dei Nirvana “Something in the Way”.

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Questa versione si distingue per il suo approccio doom metal/shoegaze, in cui il gruppo esplora temi di malinconia e isolamento.

Una reinterpretazione profonda e filosofica

Il brano dei Nirvana “Something in the Way” è stato trasformato dagli Euthymia attraverso una lente filosofica, ispirata al pensiero di Nietzsche. L’atmosfera del brano, già intrisa di un senso di esclusione e inadeguatezza, viene ulteriormente amplificata con sonorità capaci di evocare una riflessione universale sulla condizione umana. In questo contesto, la “cosa sul cammino” simboleggia non solo un ostacolo personale, ma una verità insostenibile che ogni individuo affronta.

Atmosfera sonora e narrazione visiva

Musicalmente, la cover si distingue per il paesaggio sonoro costruito con droni lenti tipici del doom classico, intercalati da atmosfere shoegaze. Le chitarre tessono un muro sonoro che rappresenta l’alternanza tra speranza e resa, trasformando la canzone in una meditazione sulla malinconia universale. Il video associato presenta un mondo sull’orlo del collasso, ambientato in un bunker abbandonato che diviene metafora dell’isolamento umano. Il protagonista, anonimo e avvolto nell’ombra, rappresenta l’uomo contemporaneo, solo ed estraneo a sé stesso. Nonostante l’apparente staticità, le immagini trasmettono una potente claustrofobia emotiva, con la narrazione che ruota attorno all’accettazione della fine, lontana da qualsiasi speranza di rinascita.

Un’affermazione nichilistica

Il lavoro degli Euthymia con questa cover non offre soluzioni o riscatto; rappresenta piuttosto una celebrazione della fine nella sua forma più pura e definitiva. L’adattamento del brano diventa così un’espressione intensa del peso inesorabile dell’esistenza, invitando l’ascoltatore a confrontarsi con il “terrore del nulla”, in un mondo dove ogni speranza sembra essere dissolta.


Articolo pubblicato il giorno 3 Gennaio 2025 - 18:37



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