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ULTIMO AGGIORNAMENTO : 29 Gennaio 2025 - 11:40
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Scoperta necropoli del IV secolo a.C. a Padula: reperti per oltre 1 mln di euro, 4 denunce per danneggiamento

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PADULA (SALERNO) – Sensazionale scoperta archeologica a Padula, dove una necropoli risalente al IV secolo a.C. è emersa durante i lavori in un cantiere vicino alla Certosa di San Lorenzo.

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La scoperta, avvenuta nel corso di controlli dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, ha portato al sequestro dell’area per evitare ulteriori danni ai reperti e consentire alla Soprintendenza di Salerno e Avellino di avviare le indagini archeologiche.

Nell’area sono stati rinvenuti circa 200 reperti archeologici, tra cui vasi decorati a figure rosse, piatti, lucerne, armi, monete e persino un cinturone in bronzo da guerriero. Il valore stimato supera il milione di euro. Tra i ritrovamenti più straordinari, una tegola in terracotta incisa con l’immagine di un uomo a cavallo, considerata un unicum nella zona del Vallo di Diano e destinata a studi approfonditi.

Le indagini hanno rivelato che le tombe fanno parte di una necropoli più ampia, con sepolture di tipo “a cappuccina”, a fossa e a incinerazione. Alcuni reperti ceramici sembrano attribuibili alla scuola del celebre ceramografo greco Assteas, attivo a Paestum nel IV secolo a.C.

Quattro denunce per danneggiamento archeologico

La scoperta, però, è stata accompagnata da danni irreversibili: molte tombe sono state parzialmente distrutte dai mezzi meccanici in azione nel cantiere. Per questo, la Procura di Lagonegro ha denunciato quattro persone, tra cui il proprietario del terreno, gli amministratori dell’impresa esecutrice e il direttore dei lavori, con l’accusa di danneggiamento e distruzione di reperti archeologici e omessa denuncia alle autorità competenti.

Il sito è ora sotto stretta sorveglianza dell’Arma territoriale di Salerno e Sala Consilina, mentre la Soprintendenza e la Procura stanno conducendo studi approfonditi per verificare l’estensione della necropoli e quantificare i danni subiti. La scoperta rappresenta un’importante testimonianza storica dell’antico passato del territorio campano e sarà oggetto di ulteriori indagini scientifiche per svelare nuovi dettagli sulla civiltà che vi abitava oltre 2.400 anni fa.


Articolo pubblicato il giorno 29 Gennaio 2025 - 11:40


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