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ULTIMO AGGIORNAMENTO : 24 Gennaio 2025 - 16:28
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Sangue infetto, giustizia dopo 49 anni: risarciti gli eredi di una vittima con 310mila euro

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Dopo quasi mezzo secolo, arriva una sentenza storica per il caso di un uomo di Imperia deceduto a seguito di una grave patologia epatica contratta nel 1975, dopo aver ricevuto trasfusioni di sangue infetto in un ospedale della provincia di Savona.

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Gli eredi dell’uomo – la moglie e le tre figlie – hanno ottenuto un risarcimento di 310mila euro, grazie a un accordo transattivo concluso a fine 2024 tra il Ministero della Salute e la famiglia della vittima. La vicenda, rappresentata dall’avvocato Domenico Carotenuto e dal medico legale Nicola Maria Giorgio, segna un precedente importante per le cause di malasanità e per i casi legati agli errori del passato. «Questa transazione dimostra che ottenere giustizia è possibile, anche a distanza di molti anni, se ci si affida a specialisti capaci di supportare le famiglie delle vittime» ha commentato l’avvocato Carotenuto.

Il caso risale al 1975, quando l’uomo fu ricoverato per un intervento chirurgico e sottoposto a trasfusioni di sangue. Tuttavia, a causa dei protocolli di sicurezza inadeguati dell’epoca, le sacche risultarono contaminate, causando al paziente una malattia epatica degenerativa che lo avrebbe accompagnato fino al decesso, avvenuto nel 2019.

L’epoca delle trasfusioni di sangue infetto, che tra gli anni ’70 e ’90 causò migliaia di vittime in Italia e all’estero, rimane uno degli scandali sanitari più gravi della storia moderna. I protocolli di controllo, oggi rigorosi, erano allora insufficienti, portando a una catena di infezioni che ha segnato indelebilmente la vita di moltissime persone.

Dopo due anni di processo al Tribunale di Genova, gli eredi della vittima hanno accettato una proposta conciliativa. L’accordo, basato sulle tabelle del Tribunale di Milano aggiornate al 2022, ha permesso di chiudere rapidamente la controversia, evitando ulteriori lungaggini giudiziarie.

Determinante, in questo percorso, è stata la capacità del team legale di dimostrare il nesso causale tra le trasfusioni del 1975 e la malattia epatica degenerativa sviluppata dalla vittima. L’accurata perizia del medico legale Nicola Maria Giorgio ha avuto un ruolo chiave nel ricostruire gli eventi e nel fornire le prove necessarie a ottenere il risarcimento. «Una corretta analisi medico-legale può fare la differenza nel riconoscimento dei diritti delle vittime di errori sanitari» ha dichiarato il prof. Giorgio, aggiungendo che «la nostra priorità è garantire che i familiari trovino risposte e supporto nel far valere le proprie ragioni».


Articolo pubblicato il giorno 24 Gennaio 2025 - 16:28



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