La Prof arrestata a Castellammare per abusi sessuali sui suoi studenti a fine anno aveva inviato anche lettere e doni per alcuni di loro ma per il gip era schiava dei propri impulsi sessuali, disposta a tutto pur di soddisfarli.
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La 37enne di Meta di Sorrento, Veronica Sposito, la sua una famiglia molto nota in penisola Sorrentina, era anche disposta a esporsi al rischio di essere scoperta utilizzando internet per comunicare con gli alunni.
Non a caso nel 52 pagine dell’ordinanza cautelare il giudice per le indagini preliminari Luisa Crasta del Tribunale di Torre Annunziata, le accuse dei sette minorenni coinvolti sono attendibili. L’indagine dei carabinieri è stata coordinata dalla pm Bianca Maria Colangelo dell’ufficio inquirente retto da Nunzio Fragliasso
Ed ecco spiegato il perché a chiusura dell’anno scolastico 2023/2024, insieme con dei doni, ha consegnato delle particolari lettere a tre dei sette studenti che sarebbero stati vittime di abusi di natura sessuale.
Emerge anche questo dalle indagini dei carabinieri e della Procura di Torre Annunziata che oggi hanno condotto nel carcere di Benevento l’insegnante di sostegno della scuola media Catello Salvati nel cuore di Scanzano, il quartiere collinare di Castellammare noto per essere la roccaforte dello storico clan D’Alessandro.
La donna è accusata di aver tenuto comportamenti di natura sessuale con alcuni alunni della scuola media dove prestava servizio. In una delle lettere acquisite la prof rivolge a un alunno frasi ritenute dagli investigatori molto affettuose, diverse dal tono di un normale rapporto tra insegnante e studente.
Schiava dei propri impulsi sessuali, disposta a tutto pur di soddisfarli, fino a esporsi al rischio di essere scoperta utilizzando internet per comunicare con gli alunni. Il carcere è una misura ritenuta dalla giudice necessaria alla luce della spregiudicatezza dell’indagata, indifferente agli obblighi disciplinari e ai precetti penali, e al fatto che provvedimenti di natura disciplinare non consentirebbero di fronteggiare il rischio di reiterazione delle condotte.
L’insegnante, è accusata di aver sottoposto 7 studenti, 4 maschi e 3 femmine, a condotte di carattere sessualizzante, portandoli durante l’orario scolastico in un’aula, da lei soprannominata “saletta”, dove mostrava loro video pornografici e intavolava discorsi di natura sessualmente esplicita.
Agli alunni, tutti di età tra i 12 e i 13 anni, dava indicazioni su come toccare e toccarsi, scambiarsi effusioni con i partner; stando a quanto raccontato dagli stessi prima ai genitori e poi in forma protetta agli investigatori, alcuni di loro sono stati invitati a scambiarsi effusioni sessuali.
In un caso la docente ha abusato di uno studente praticandogli un rapporto orale. Tutti comportamenti che hanno inciso negativamente sull’equilibrio psicofisico dei minorenni, alcuni dei quali hanno raccontato di aver avuto incubi notturni e problemi a dormire.
La docente inoltre li denigrava quando gli alunni non le davano le risposte sperate, o si rifiutavano di comportarsi come da lei richiesto. Venivano appellati come stupidi, o in alcuni casi ricevevano insulti omofobi, mentre le ragazze venivano chiamate “bamboline” se ritenute dalla docente non abbastanza intraprendenti.
Gli stessi sono stati minacciati di bocciature e di essere mandati in carcere grazie all’aiuto di un fantomatico fidanzato poliziotto se avessero raccontato cosa avveniva nella “saletta” fisica e in quella virtuale, un gruppo creato dalla 40enne su Instagram dove lei e i ragazzini tenevano conversazioni sempre dal contenuto sessuale.
Materiale finito all’attenzione dei Carabinieri e della Procura di Torre Annunziata, che hanno acquisito i fotogrammi e ricostruito l’intera vicenda.
“Quando avete fatto sesso la prima volta?”, “Quando avete dato il primo bacio, quale musica vi piace mettere quando…”. Convocava gli alunni nella cosiddetta ‘saletta’ con la scusa di aiutarli a ripetere le materie scolastiche.
Le convocazioni, durante l’orario di lezione di materie diverse dalla sua, avvenivano evitando di destare attenzioni sgradite. Perche’ nella ‘saletta’ si proiettavano video pornografici anche quando i ragazzini si mostravano contrari alla visione.
Invece, ai giovani talvolta convocati tutti insieme e altre volte a gruppi, parlava esplicitamente di sesso e si vantava delle sue esperienze amorose, anche utilizzando un linguaggio scurrile e volgare.Ai ragazzi la prof inviava via chat foto pornografiche dopo avere impostato l’autocancellazione.
Gli accertamenti, che si sono giovati della collaborazione dell’ufficio scolastico regionale, secondo quanto reso noto dal procuratore Nunzio Fragliasso, procedono a tutto tondo: mirano, come atto dovuto, a fare luce su eventuali responsabilità in capo alla scuola e anche sull’aggressione subita dalla docente da parte dei genitori, lo scorso 14 novembre.
“Era urgente interrompere che lei insegnasse lì o altrove – ha detto il procuratore di Torre Annunziata -, ora resta da capire come sia possibile che per un anno sette minori siano stati affidati a un’insegnante di sostegno che doveva curarsi solo dell’alunno con difficoltà di apprendimento: questo è un aspetto da approfondire”.
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