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ULTIMO AGGIORNAMENTO : 16 Gennaio 2025 - 15:34
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Poggioreale, detenuto colto da infarto salvato grazie all’intervento degli agenti

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Un intervento tempestivo ha evitato il peggio domenica scorsa nel carcere di Poggioreale, a Napoli, dove un detenuto colpito da infarto è stato salvato grazie alla collaborazione tra gli agenti di polizia penitenziaria e il personale sanitario.

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Lo rende noto il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Secondo quanto dichiarato da Tiziana Guacci, segretaria regionale del Sappe, “nella giornata di domenica 12 gennaio, un detenuto del reparto Roma ha accusato un infarto.

Grazie all’immediata mobilitazione degli agenti e degli infermieri del reparto, l’uomo è stato trasportato nel locale pronto soccorso del carcere, dove un infermiere, D.A., con esperienza nel servizio 118, è intervenuto prontamente. Dopo aver utilizzato il defibrillatore e praticato manovre di rianimazione manuale, l’infermiere è riuscito a stabilizzare il detenuto fino all’arrivo del personale del 118”. Attualmente il detenuto è ricoverato in terapia intensiva presso l’ospedale Cardarelli.

Il sindacato ha espresso il proprio apprezzamento per il lavoro degli agenti e del personale sanitario, sottolineando il loro impegno quotidiano, svolto spesso nell’ombra e senza riconoscimenti straordinari, “spinti unicamente dal senso del dovere istituzionale e morale”.

Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha commentato l’accaduto ponendo l’accento sulle criticità del sistema penitenziario. “Questo ennesimo episodio ci deve far riflettere sia sulle condizioni di vita dei detenuti sia sulle difficoltà operative del personale di polizia penitenziaria, che ancora una volta ha dimostrato grande professionalità, evitando una tragedia nel carcere di via Poggioreale”.

Capece ha inoltre ribadito la necessità di interventi strutturali e organizzativi, sollecitando l’Amministrazione Penitenziaria a livello locale e nazionale. “Chiediamo da tempo l’adeguamento delle strutture, l’incremento del personale, fondi per lo straordinario e per missioni, oltre a progetti rieducativi che coinvolgano grandi aziende in iniziative lavorative all’interno delle carceri. Purtroppo, a oggi, le nostre richieste restano inascoltate”, ha concluso Capece.


Articolo pubblicato il giorno 16 Gennaio 2025 - 15:34



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